Top
L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA FATTORE ESSENZIALE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE. LA RICETTA DEGLI IMPRENDITORI PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE - Terra dei Figli Blog
fade
3735
post-template-default,single,single-post,postid-3735,single-format-standard,eltd-core-1.2.1,flow child-child-ver-1.0.1,flow-ver-1.6.3,,eltd-smooth-page-transitions,ajax,eltd-blog-installed,page-template-blog-standard,eltd-header-type2,eltd-sticky-header-on-scroll-up,eltd-default-mobile-header,eltd-sticky-up-mobile-header,eltd-dropdown-default,eltd-header-style-on-scroll

L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA FATTORE ESSENZIALE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE. LA RICETTA DEGLI IMPRENDITORI PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA FATTORE ESSENZIALE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE. LA RICETTA DEGLI IMPRENDITORI PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

L’economia circolare accelerata dalla trasformazione digitale diventa elemento essenziale per il futuro delle industrie legate al mondo manifatturiero, avendo come leva il riutilizzo e riciclaggio delle parti e delle componenti dei prodotti.

Sono questi gli elementi presenti nel rapporto “Digitally enabled circular manufacturing”, presentato nei giorni scorsi a Cernobbio nel corso del World Manufacturing Forum 2021 promosso da Confindustria e dalla World Manufacturing Foundation. Le nuove tecnologie digitali, in sostanza, possono offrire l’opportunità per trasformare il modo di fare impresa dando un contributo concreto allo sviluppo dell’economia circolare e alla sostenibilità delle imprese.

È una delle risposte che gli imprenditori riuniti a Cernobbio hanno proposto per contrastare la sfida di un ambiente a risorse finite e all’impatto prodotto dal cambiamento climatico. Dunque, secondo quanto emerso a Cernobbio, il rapporto in questione certifica che le nuove tecnologie digitali possono rappresentare un alleato fondamentale per disegnare il nuovo modo di fare impresa in maniera sostenibile.

Il rapporto in questione fornisce anche alcune linee guida, indicazioni a cui le aziende dovrebbero attenersi per agire in maniera virtuosa, in funzione dall’attuazione di un sistema di economia circolare. Si tratta in partìicolare di:

– progettare i prodotti selezionando materiali che possano essere riutilizzati;

  • avviare progetti Industrial IoT per implementare modelli di business non più basati sulla vendita di prodotto ma sul servizio, favorendo un allungamento della vita del prodotto e un suo più efficiente utilizzo;
  • sviluppare nuovi modi di produzione che implichino la possibilità di modificare materiali, macchine, prodotti e processi con la velocità consentita da nuove tecniche digitali;
  • creare servizi di ricircolo dei prodotti sviluppando servizi di manutenzione continuativi che ne consentano l’estensione e il riutilizzo;
  • privilegiare l’uso di energie rinnovabili e tendere verso soluzioni che garantiscano una riduzione delle emissioni di Co2.

È stato anche evidenziato nel rapporto dellaWorld Manufacturing Foundation che le tecnologie che abilitano la nuova logica industriale dell’economia circolare sono di fatto le stesse che rispondono al paradigma dell’Industria 4.0, vale a dire: IoT (il cosiddetto “Internet delle cose”), Blockchain, Stampa 3D e Intelligenza Artificiale.

Questa necessaria, e forse inevitabile, combinazione tra sostenibilità dei processi produttivi, grazie al ricorso all’economia circolare, e l’innovazione tecnologica ha anche un altro fondamentale vantaggio, oltre a quello relativo alla salvaguardia dell’ambiente: la possibilità di non andare a intaccare, e anzi di far crescere, i profitti aziendali.    

L’economia circolare, dunque, non come semplice se pur importante fattore di responsabilità sociale dell’imprenditore, ma come elemento chiave da considerare per programmare lo sviluppo economico e la creazione del valore. L’economia circolare intesa quindi come una opportunità e non come obbligo.   

Esiste tuttavia un altro elemento a cui fare grande attenzione, come ha spiegato Marco Taisch, scientific chairman della World Manufacturing Foundation e co-autore del report presentato a Cernobbio: «L’economia circolare non è un fine ma un mezzo. Non si deve produrre con l’obiettivo di rimettere in circolo nel più breve tempo possibile prodotti o componenti. Ragionare in questi termini equivarrebbe ad alimentare un surplus di produzione. Occorre sì prevedere la possibilità di de-manufacturing e re-manufacturing, ma la cosa più importante è focalizzarsi sull’estensione del ciclo di vita del prodotto e sul suo continuo miglioramento, altrimenti si corre il rischio di innescare un loop infinito di economia circolare non sostenibile. La circolarità deve diventare una forma mentis ed essere alla base delle decisioni che vengono prese in termini di modelli di business orientati a introdurre sul mercato prodotti eco-compatibili accessibili al maggior numero di consumatori. Riciclo e riuso sono le coordinate attraverso le quali sviluppare nuovi percorsi di trasformazione e un nuovo rapporto con i consumatori fondato sulla trasparenza che evidenzi e valorizzi l’utilizzo di materiali e componenti a basso impatto ambientale, la riduzione degli sprechi e delle emissioni di Co2. ».

Per approfondimenti: www.worldmanufacturing.org

La Redazione