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“LE RADICI DELLA MEMORIA”, CURARE PARCHI E VIALI DELLA RIMEMBRANZA PER CONIUGARE IDENTITÀ E AMBIENTE - Terra dei Figli Blog
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“LE RADICI DELLA MEMORIA”, CURARE PARCHI E VIALI DELLA RIMEMBRANZA PER CONIUGARE IDENTITÀ E AMBIENTE

“LE RADICI DELLA MEMORIA”, CURARE PARCHI E VIALI DELLA RIMEMBRANZA PER CONIUGARE IDENTITÀ E AMBIENTE

Un percorso che corre sul filo della memoria, un legame con la storia d’Italia fatto anche di elementi materiali, di un paesaggio da tutelare e valorizzare. C’è questo e molto di più nel progetto “Radici della Memoria”, ideato per promuovere il patrimonio storico e ambientale dei Parchi e dei Viali della Rimembranza presenti in tutta Italia. L’iniziativa è stata presentata lo scorso 17 marzo, in occasione del 160° Anniversario dell’Unità nazionale, dal presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni insieme con i responsabili dei Dipartimenti Ambiente e Difesa, Nicola Procaccini e Salvatore Deidda Sasso.

La campagna di FdI prevede una serie di iniziative, come la presentazione in Parlamento di una mozione per chiedere al Governo l’impegno per destinare adeguate risorse finanziarie alla valorizzazione dei Parchi e dei Viali della Rimembranza, ma anche un’apposita campagna di comunicazione sul territorio e sui social chiedendo ai cittadini di inviare foto con le quali realizzare una mostra celebrativa. Inoltre, si lavora alla presentazione nei Comuni di una proposta di delibera per impegnare le Amministrazioni locali a recuperare, curare e valorizzare questi siti, anche attraverso il coinvolgimento delle scuole che possono adottare un parco e piantare nuovi alberi. La campagna e le iniziative connesse avranno il culmine il prossimo 4 novembre 2021, Giornata delle Forze Armate e centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria.

“Fratelli d’Italia porterà in Parlamento una mozione per impegnare il Governo ad occuparsi della riqualificazione dei Parchi della Rimembranza e proporrà anche di piantare nuovi alberi in questi parchi o di costruire nuove aree in memoria di chi è caduto combattendo il Covid – afferma Giorgia Meloni – perché questa è la nostra guerra e non è meno drammatica di quelle che abbiamo vissuto in passato. Ci sono state persone che, grazie al sentimento di comunità e Nazione, hanno rischiato e sacrificato quello che avevano per aiutarne altre a salvarsi la vita e per consentire all’Italia di uscire fuori dalla condizione nella quale si trova. Penso che anche questa guerra debba essere ricordata con i suoi martiri e i suoi eroi”.

È un tuffo nel passato ma niente operazioni nostalgiche: qui si tratta di tutelare la memoria nazionale e un patrimonio naturalistico non indifferente. Quei parchi, quei viali alberati, furono infatti realizzati nel 1922 quando lo Stato diede indicazione ai Comuni di piantare un albero per ogni caduto della grande guerra. Ne nacquero a migliaia, al centro del paese o appena fuori, nelle vicinanze di una chiesa o di un cimitero, con l’obiettivo di fare del Parco della Rimembranza il luogo sacro dedicato alla celebrazione della Nazione, un monumento alla memoria di chi per essa aveva combattuto fino alla morte, rinnovandone il ricordo attraverso gli alberi, impiantati con grande varietà: dai cipressi ai tigli, dai lecci ai pini e molti altri così come piante ornamentali appositamente scelte.

“La memoria nazionale è qualcosa di vivo che ci unisce tutti, come un parco pieno di alberi da curare con amore e determinazione – spiega l’europarlamentare Nicola Procaccini – L’iniziativa, che lega la nostra vocazione ecologista con il senso del ricordo e lo spirito di patria, incarna appieno la visione conservatrice di cui siamo portatori in Italia e in Europa. Ma strappare al degrado i Parchi della Rimembranza è una sfida che ci impegna tutti, al di là delle appartenenze politiche o territoriali. Credo che sia un dovere nei confronti delle giovani generazioni tramandare loro bellezza e radici profonde”.

Quel patrimonio merita rispetto e cura, perché dei 2.000 parchi che il Ministero dei Beni Culturali stima siano presenti sul territorio nazionale, molti sono stati semidistrutti, trasformati. Di altri si è persa memoria, altri ancora hanno perso la loro originaria connotazione e oggi sono identificati e vissuti come ville comunali o anonimi spazi verdi urbani o sono stati sacrificati alle esigenze di espansione urbanistica.

Molti altri, invece, sono ancora presenti e ben curati nei vari comuni italiani, anche se spesso si ignora o si confonde il loro significato e la stessa origine storica.

Fabio Benvenuti