Top
per una ecologia conservatrice - Terra dei Figli Blog
fade
4037
post-template-default,single,single-post,postid-4037,single-format-standard,eltd-core-1.2.1,flow child-child-ver-1.0.1,flow-ver-1.6.3,,eltd-smooth-page-transitions,ajax,eltd-blog-installed,page-template-blog-standard,eltd-header-type2,eltd-sticky-header-on-scroll-up,eltd-default-mobile-header,eltd-sticky-up-mobile-header,eltd-dropdown-default,eltd-header-style-on-scroll

per una ecologia conservatrice

per una ecologia conservatrice

La salvaguardia dell’ambiente ha sempre occupato un ruolo centrale dal punto di vista programmatico e del dibattito nella storia della destra italiana, fatta anche di una lunga tradizione ecologista. Un segno costante rintracciabile soprattutto nelle azioni e nelle battaglie dei movimenti giovanili, fino a dar vita a concreti e produttivi movimenti, come l’associazione Fare Verde di cui è stato anima e ispiratore l’indimenticato Paolo Colli.

La protezione dell’ambiente naturale è anche il modo attraverso cui noi conservatori difendiamo la nostra nazione, la nostra identità, il nostro futuro. Roger Scruton diceva che “l’ambientalismo è la quintessenza della causa conservatrice, l’esempio più vivo nel mondo di quel partenariato fra i morti, i vivi e i non ancora nati”. Ecco, occuparsi di ambiente e della sua salvaguardia è un dovere sociale e vogliamo farlo recuperando esperienze e valori che appartengono da sempre ai conservatori, che ci porta a combattere per difendere il nostro territorio e la nostra nazione, il bene più prezioso che possiamo trasmettere ai nostri figli insegnando loro a fare la stessa cosa. È da questo spirito che nasce il blog “Terra dei Figli”, uno spazio di condivisione sui temi dell’ecologia vista dal nostro punto di vista, convinti che non ereditiamo la terra dai nostri padri, la prendiamo in prestito dai nostri figli.       

Fratelli d’Italia ha una visione ecologica coerente con la sua appartenenza alla grande famiglia dei partiti conservatori europei. D’altra parte, il nostro obiettivo politico di “conservare” il grande patrimonio di cui siamo eredi in termini culturali, artistici, economici e filosofici, non può che essere applicato anche al patrimonio naturale.

L’identità di Fratelli d’Italia è conservatrice perché trae ispirazione da un pensiero politico che affonda le radici nel tempo e nello spazio. Anche nell’ecologia, quindi, per noi sta la radice della politica e del pensiero conservatore, quell’amore per la salvaguardia dell’ambiente, per il rispetto della natura e dei suoi equilibri che, ieri come oggi, portiamo dentro orgogliosamente noi di destra, come naturale propensione che appartiene da sempre alla cultura conservatrice.

In sostanza, la tutela della identità e del nostro stesso futuro passa anche per la difesa del nostro territorio, della nostra nazione, della natura e Roger Scruton è certamente una delle migliori espressioni di come tale cultura, partendo dal presupposto della difesa del proprio Paese e della propria terra, conduca al fondamentale principio della responsabilità verso le future generazioni. Un impegno che deve portare, come ammette lo stesso pensatore britannico in “Green Philosophy” a “ricollocare il programma ambientalista là dove deve stare: nella tradizione conservatrice dell’Europa”.

Ma se alla base della concezione della ecologia conservatrice vi è certamente la protezione dell’ecosistema e della biodiversità (non la monocultura globalizzata) che significa anche la valorizzazione del rapporto con il territorio e il paesaggio, questo tipo di approccio si estende al concetto di ecologia umana, che investe cioè il legame dell’uomo con il Creato. Tutelare la natura significa rafforzare questo legame ed evitare che esso si spezzi, come accade invece nella distruzione dell’habitat e del paesaggio di un territorio ma anche in altri aspetti che segnano il mancato rispetto della ecologia umana, come nella manipolazione dei corpi per l’utero in affitto o per alcuni postulati dell’ideologia gender. 

Il conservatorismo, a cui fieramente e consapevolmente aderisce Fratelli d’Italia, crede nella presenza dello Spirito in ogni filamento del creato. Questo ci impegna a esserne attenti custodi, a rispettarne le leggi naturali, senza ridurre l’essere umano a un semplice animale tra gli animali. Abbiamo un ruolo nel pianeta Terra che non può essere svilito. Come afferma Papa Ratzinger (In principio Dio creò l’uomo e la terra, Lindau, 2006): “Il compito affidato da Dio all’uomo dice che questi deve prendersi cura del mondo come creazione di Dio, seguendone il ritmo e la logica. Lavorare e custodire”. Quando si recidono i legami con Dio ecco allora che anche il rapporto dell’uomo con la creazione perde il suo equilibrio. Secondo un ecologismo cristiano, identitario, l’uomo è concepito come un alleato non come nemico della natura.

Noi crediamo che la tutela del Creato, la difesa dell’ambiente possano trovare le migliori idee e le più valide ragioni di impegno nella cultura del conservatorismo, legate all’identità e alla tradizione. Al contrario, in una progressiva folle corsa che si è accentuata nel nuovo millennio, la cultura progressista ha individuato nella globalizzazione la grande opportunità e la chiave per affrontare anche i temi ambientali. Noi proponiamo una profonda critica alla globalizzazione e agli squilibri da essa creati, come quelli sull’ambiente. La sinistra invece deve trovare un surrogato al comunismo e sposa la causa ambientalista in modo furioso, secondo una ideologia globalista che teorizza il grande Stato mondiale cui consegnarsi totalmente, perché il solo ritenuto in grado di poter sconfiggere il mostro del riscaldamento globale ed evitare l’imminente catastrofe, giustificando così ogni suo intervento: dalla imposizione di tasse verdi alla regolamentazione dirigistica di ogni attività produttiva in nome della sostenibilità. Il tutto a scapito della identità e dell’autodeterminazione della nazione, sacrificando quella che, sempre per dirla con Scruton, è la oikophilia, cioè l’amore per la propria terra e per il proprio paese.

L’ambientalismo conservatore, muove invece da questi principi essenziali: responsabilità verso le generazioni future; priorità del locale e di un equilibrio uomo-natura basato su fondamenta di carattere spirituale; iniziative decentralizzate invece di obiettivi radicali. È necessario, per noi, un ambientalismo che nasca dal basso, dalle comunità, piuttosto che da imposizioni dello Stato, o, peggio ancora, di entità sovranazionali che intervengono modificando la vita dei cittadini, senza tenere in considerazione usi e costumi dei popoli, tradizioni locali. 

Ecco perché anche la nazione è questione che attiene alla natura, all’equilibrio tra essere umano e ambiente, sostanzia l’ambientalismo, racchiude le ragioni che tengono insieme il patto generazionale. 

L’interazione sociale tra le persone e l’ambiente e la condivisione di spazi naturali sono certamente elementi vitali per ogni essere umano, un’esperienza da condividere. 

Nicola Procaccini