Top
L’EUROPA BOCCIA LA BIOPLASTICA ITALIANA MA RISCHIA IL DANNO ALL’AMBIENTE E ALL’ECONOMIA - Terra dei Figli Blog
fade
3868
post-template-default,single,single-post,postid-3868,single-format-standard,eltd-core-1.2.1,flow child-child-ver-1.0.1,flow-ver-1.6.3,,eltd-smooth-page-transitions,ajax,eltd-blog-installed,page-template-blog-standard,eltd-header-type2,eltd-sticky-header-on-scroll-up,eltd-default-mobile-header,eltd-sticky-up-mobile-header,eltd-dropdown-default,eltd-header-style-on-scroll

L’EUROPA BOCCIA LA BIOPLASTICA ITALIANA MA RISCHIA IL DANNO ALL’AMBIENTE E ALL’ECONOMIA

L’EUROPA BOCCIA LA BIOPLASTICA ITALIANA MA RISCHIA IL DANNO ALL’AMBIENTE E ALL’ECONOMIA

“La bocciatura da parte della UE della normativa italiana sull’utilizzo di plastica biodegradabile, rappresenta l’ennesima posizione miope e furiosamente ideologica da parte di Bruxelles che rischia di provocare danni enormi alle nostre aziende del settore, oltre che in generale all’ambiente. Una transizione ecologica ideologizzata e fatta con i paraocchi rischia solo di affossare il sistema economico senza i dovuti benefici per ambiente e clima”. 

È quanto affermato dall’europarlamentare di FDI-ECR, Nicola Procaccini, componente della commissione ambiente di Bruxelles e responsabile nazionale del dipartimento Energia e Ambiente del partito. 

“Quella di Bruxelles è una posizione inammissibile su cui il governo italiano deve intervenire. La normativa con cui l’Italia dal 14 gennaio recepisce la direttiva UE sulla messa al bando di alcuni prodotti di plastica, come piatti e posate usa e getta, autorizza l’utilizzo di alcune plastiche biodegradabili e ammette la produzione di beni che contengano meno del 10% di plastica. Una tecnologia ecologista, quella delle plastiche biodegradabili e compostabili, di cui l’Italia è leader in Europa e che va proprio nel senso dell’economia circolare di cui tutti si riempiono la bocca. Abbiamo centinaia di aziende e migliaia di addetti, che operano nel rispetto dei target UE, ma che l’Europa tenta di affossare, minacciando la procedura d’infrazione contro l’Italia. In tutto questo, non ci risulta che il governo italiano si stia attivando a Bruxelles per difendere questa nostra filiera produttiva”.

La Redazione