SOSTENIBILITÀ E CRESCITA ECONOMICA: L’EUROPA AL BIVIO
LA POSIZIONE DELL’EUROPARLAMENTARE NICOLA PROCACCINI
Nella plenaria di giugno, a Strasburgo, si voteranno vari dossier del pacchetto Fit for 55. (revisione del sistema Ets; fondo sociale per il clima; meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere; Regolamento burden sharing; Revisione del sistema Ets per il trasporto aereo; Notifiche Corsia; riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo internazionale; Standard di emissione di CO2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri; uso del suolo, cambiamento dell’uso del suolo e silvicoltura (Lulucf)). Secondo lei e il suo gruppo, quale di questi ha una valenza maggiore e quale invece presenta le maggiori criticità e meriterebbe una modifica del Parlamento Europeo rispetto alla proposta della commissione Ue?
“Ognuna delle proposte che formano il pacchetto “Pronti per il 55” contiene i propri elementi di criticità – afferma Nicola Procaccini, responsabile nazionale del Dipartimento Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia – Stiamo parlando di una serie di riforme di enorme portata per diversi settori dell’economia europea, che dovranno adattare rapidamente i propri standard di produzione per non rischiare di essere penalizzati o totalmente esclusi dai nuovi target ambientali. Si tratta inoltre di proposte legislative strettamente connesse l’una con l’altra: pensiamo per esempio al CBAM, che è progettato per funzionare in parallelo con il sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS), per rispecchiare e integrare il suo funzionamento sui beni importati. O al Fondo Sociale per il Clima, che è intrinsecamente legato all’allargamento del sistema ETS anche al settore del trasporto su strada e degli edifici, poiché dovrebbe derivare parte dei propri finanziamenti proprio dai crediti di carbonio acquisiti in quei comparti.
Le relazioni adottate in Commissione Ambiente prevedono proposte molto ambiziose (e non realistiche), molto difficili da attuare in questa fase. Ed è per questo che ci siamo attivati per tentare di correggere il tiro in previsione del voto in sessione plenaria, dove speriamo che gli equilibri possano essere spostati”.
Per quanto riguarda i nuovi standard di emissioni, il suo gruppo è d’accordo con lo stop al 2035 per i motori endotermici?
“La proposta di direttiva sui nuovi standard di emissioni è per noi altamente preoccupante, poiché mette a rischio un comparto industriale molto importante per l’Unione europea e rispecchia l’assenza di realismo nelle proposte della Commissione – dice Procaccini – La proposta iniziale della Commissione europea, ossia l’eliminazione della produzione di autovetture con motore a combustione interna dal 2035, ha causato nella Commissione Ambiente un voto piuttosto disordinato. Ci siamo trovati di fronte a una situazione insolita, poiché nessuno degli emendamenti di compromesso o delle alternative è passato, per cui gli obiettivi nel testo del relatore (PPE ma incline a tendenze verdi) sono rimasti invariati. In plenaria, il nostro gruppo ECR, insieme al PPE, presenterà emendamenti separati con l’obiettivo di correggere l’obiettivo intermedio del 2025, che è del tutto irrealistico, e di contestare l’obiettivo del 2035, che prevede una riduzione della produzione di motori endotermici del 90%. Visti gli stretti margini in commissione ENVI, abbiamo maggiori speranze di successo in plenaria”.
Per quanto riguarda il Cabm (Carbon border adjustment mechanism, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere) ritiene che la proposta della commissione debba essere modificata in qualche parte o ritiene che sia sufficiente?
“L’idea alla base della creazione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere è più che giusta. Da troppo tempo le nostre industrie sono penalizzate sul mercato internazionale a fronte di importazioni da paesi terzi in cui i costi di produzione sono molto più bassi. Per come è stato concepito, il sistema sostituirà gradualmente gli attuali meccanismi di mercato per affrontare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, in particolare l’assegnazione gratuita di quote del sistema ETS – afferma Nicola Procaccini – Nello specifico, purtroppo, l’attuale proposta sostiene una rapida introduzione del CBAM senza dare alle industrie il tempo di adattarsi e trascurando gli annessi rischi per l’occupazione e la competitività industriale. La nostra linea è quella di sostenere il CBAM fintanto che avremo la prova che funziona e che contiene tempistiche realistiche. Anzi, riteniamo che la regolamentazione delle importazioni debba essere estesa prevedendo specifici “dazi di civiltà” per quelle merci prodotte in Paesi dove non sono rispettati i diritti umani e non esistono tutele per i lavoratori.
Ritengo quindi sia necessario cercare di non perdere di vista l’obiettivo iniziale, ossia la tutela delle nostre industrie. E per questo sarà importante valutare l’esito del voto ed eventualmente gestire con molta attenzione i negoziati con Consiglio e Commissione che seguiranno”.
Come voterete sui singoli provvedimenti?
“Faremo un punto a inizio settimana sulla base degli emendamenti pre-plenaria presentati in questi ultimi giorni e ancora in fase di valutazione. Certo è che i pacchetti in votazione, così come sono, rischiano di creare ulteriori ostacoli economici e burocratici al nostro sistema industriale, nell’apparente ricerca di obiettivi di “virtuosità ambientale”, che però non trovano pari nel panorama extraeuropeo e, soprattutto, vengono vanificati di fronte al realismo della geopolitica energetica di cui abbiamo avuto prova diretta negli ultimi mesi”, conclude il responsabile nazionale del Dipartimento Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia.