Troppa Energia importata, Europa vulnerabile
L’attuale crisi energetica, con l’impennata dei prezzi sui mercati energetici internazionali e lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, ha ulteriormente messo in luce la vulnerabilità e la dipendenza energetica dell’Ue dalle importazioni di combustibili fossili.
È quanto emerge dallo studio Net Zero E-conomy 2050, realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel e presentato nei giorni scorsi a Cernobbio.
L’Europa dipende per il 57% dalle importazioni di energia e nel ventennio 2000-2020 questa quota è rimasta pressoché invariata.
L’Italia è seconda nell’indice di dipendenza dal gas naturale tra i Paesi dell’Ue. Il processo di decarbonizzazione è quindi uno strumento chiave per il raggiungimento dell’indipendenza energetica. Negli ultimi 10 anni, infatti, la riduzione della dipendenza energetica in Italia e Spagna (-9,1 punti percentuali in entrambi i Paesi) è stata accompagnata da un aumento del tasso di elettrificazione (+1,5% in Italia e +3,3% in Spagna) e della diffusione delle energie rinnovabili (+2% in Italia e +4,7% in Spagna) nei consumi finali di energia. Un’accelerazione più decisa della decarbonizzazione richiederebbe meno risorse rispetto a uno scenario con ambizioni ridotte. Gli scenari “Net Zero” individuati per Italia e Spagna dallo studio prevedono investimenti pari a 3.351 miliardi di euro e 2.215 miliardi di euro nel periodo 2021-2050 rispettivamente, inferiori agli investimenti necessari per gli scenari Low Ambition (3.899 miliardi di euro in Italia e i 2.761 miliardi di euro in Spagna).
(FONTE: ANSA).