CONFERENZA ONU SUL CLIMA: “L’ITALIA FARA’ LA SUA PARTE”. LA POSIZIONE DEL NOSTRO PAESE NELL’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, GIORGIA MELONI
Portare l’Italia verso l’obiettivo della indipendenza energetica e agire per rendere gli investimenti green compatibili con lo sviluppo economico e sociale della nazione. Sono questi, in estrema sintesi, le posizioni espresse dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento alla Cop 27, la conferenza mondiale sui cambiamenti climatici voluta dall’ONU, in corso a Sharm El Sheikh, in Egitto. Con il suo “L’Italia farà la sua parte”, la premier italiana ha garantito che il governo manterrà gli impegni internazionali sul clima presi in precedenza, ma l’evoluzione del quadro geopolitico internazionale pone l’esecutivo di fronte a importanti scelte che, se da un lato prevedono un impegno nel percorso verso la decarbonizzazione, dall’altro impongono all’Italia di sviluppare la strategia di diversificazione energetica, per liberarsi dalla dipendenza dal gas russo e sostituirlo con un mix di fonti rinnovabili, con una transizione verso queste ultime che prevede l’utilizzo di fonti fossili.
Alla Cop 27, Giorgia Meloni ha affermato che l’Italia ha “almeno triplicato il nostro impegno finanziario a 1,4 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni, inclusi 840 milioni per il nuovo fondo per il clima italiano. Si tratta di un fondo che finanzierà soggetti privati e pubblici nei paesi emergenti e in via di sviluppo, per aiutarli a raggiungere gli obiettivi fissati dagli accordi internazionali.
Nel rilevare la mancanza di una strategia globale convincente, che non faccia rimanere indietro nessuno e che non faccia guadagnare vantaggi competitivi a grandi Paesi che si rifiutano di partecipare agli sforzi comuni, come Cina e Russia (assenti alla Cop 27 insieme ad un altro dei grandi Paesi a più alta emissione di CO2 al mondo, l’India), il Presidente del Consiglio ha comunque condiviso la strategia ONU di portare avanti gli obiettivi già fissati: ridurre del 55% le emissioni dannose entro il 2030 e neutralità climatica entro il 2050.
L’obiettivo ambizioso del governo Meloni è quello della “sovranità energetica”. Nella parte finale del suo intervento, Giorgia Meloni ha voluto anche lasciare una impronta ispirata al pensiero dei conservatori, di cui fa orgogliosamente parte Fratelli d’Italia, affermando: “Come leader, lo dobbiamo alle nostre generazioni future, poiché il nostro impegno a proteggere l’ambiente come parte della nostra identità è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato e chi verrà dopo di noi”.
Questo il testo integrale dell’intervento di Giorgia Meloni a Sharm El Sheikh, tradotto in italiano:
Presidente al-Sisi,
Sig. Secretary General,
Cari colleghi e colleghe,
siamo in un momento decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici.
Negli ultimi mesi ne abbiamo sperimentato i drammatici effetti in tutta l’Europa, in Pakistan, nel Corno d’Africa e in molte altre regioni del pianeta.
Siamo tutti chiamati a compiere sforzi più profondi e più rapidi per proteggere il nostro pianeta, la nostra casa comune.
Nel farlo, dovremo tenere le persone al centro e trasformarci di conseguenza, unendo la sostenibilità ambientale a quella economica e sociale.
Nonostante lo scenario internazionale sia molto complesso, già colpito dalla pandemia e ulteriormente perturbato dall’aggressione russa contro l’Ucraina, l’Italia rimane fortemente impegnata a perseguire il proprio percorso di decarbonizzazione, nel pieno rispetto degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Vogliamo sviluppare la nostra strategia di diversificazione energetica in stretta collaborazione con diversi Paesi africani, con i quali abbiamo rafforzato la nostra cooperazione per quanto riguarda la sicurezza energetica, le energie rinnovabili e la formazione dei giovani. Ciò stimolerà la crescita verde, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di catene di valore sostenibili.
Nell’Ue, prevediamo di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050.
In questa prospettiva, l’Italia ha recentemente rafforzato la propria capacità installata di energia rinnovabile ed accelererà questa tendenza in linea con gli obiettivi di REPowerEU.
Intendiamo perseguire una giusta transizione per dare sostegno alle comunità colpite e per non lasciare indietro nessuno.
L’anno scorso, la Presidenza italiana del G20 ha raggiunto risultati concreti che hanno aperto la strada agli accordi di Glasgow. Come partner del Regno Unito per la COP26, abbiamo promosso l’evento “Youth4Climate”, al fine di coinvolgere le giovani generazioni nei processi decisionali sui cambiamenti climatici.
L’Italia ha anche aumentato in modo significativo il suo contributo ai finanziamenti per il clima.
Abbiamo quasi triplicato il nostro impegno finanziario a 1,4 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni, di cui 840 milioni di euro attraverso il nuovo “Fondo italiano per il Clima”.
Si tratta della prima piattaforma di investimento italiana specificamente dedicata all’impiego di tecnologie pulite e all’adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo.
Rimaniamo impegnati a mantenere la promessa di 100 miliardi di dollari per sostenere i Paesi in via di sviluppo fino al 2025 e a definire un obiettivo ambizioso e sostenibile per il periodo successivo.
Per farlo, dobbiamo riunire governi, investitori privati e le banche multilaterali di sviluppo per condividere gli investimenti e i rischi, al fine di accelerare una giusta transizione energetica.
L’Italia è orgogliosa di far parte delle “Just Energy Transition Partnerships”, l’ambiziosa iniziativa del G7 che fornirà ingenti risorse finanziarie e assistenza tecnica ai Paesi partner.
I recenti disastri climatici, in particolare il dissesto idrogeologico nel nostro territorio, dimostrano che mitigazione e adattamento sono due facce della stessa medaglia.
L’Italia sta quindi ripartendo il suo sostegno finanziario su entrambe le priorità. Nel 2020, il 56% dei nostri finanziamenti complessivi per il clima è stato destinato alle misure di adattamento, mentre il restante 44% è stato destinato alla mitigazione.
La lotta ai cambiamenti climatici è uno sforzo comune che richiede il pieno impegno di tutti i Paesi ed una cooperazione pragmatica tra tutti i principali attori globali.
Purtroppo, dobbiamo ammettere che questo non sta accadendo.
Non possiamo nascondere il fatto che le nazioni che sono più impegnate a raggiungere questi obiettivi rischiano di pagare un prezzo a vantaggio di quelle che, oggi, sono le maggiori responsabili delle emissioni di CO2 sul pianeta. Questo è paradossale e sono necessarie misure per correggere questi squilibri.
Altrimenti i nostri sforzi saranno vani e l’esito stesso di eventi come quello a cui stiamo partecipando oggi rischia di non produrre i risultati che la storia si aspetta da tutti noi.
Come leader, lo dobbiamo alle nostre generazioni future, poiché il nostro impegno a proteggere l’ambiente come parte della nostra identità è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato e chi verrà dopo di noi.
L’Italia farà la sua parte.
Grazie.