EMERGENZA IDRICA, ARRIVA IL DECRETO CONTRO LA SICCITÀ. ECCO IL DECALOGO PER EVITARE SPRECHI
Il tema siccità diventa una emergenza ambientale e il governo corre ai ripari con il varo del Decreto siccità, che istituisce una Cabina di regia interministeriale e la figura del Commissario straordinario per la scarsità idrica, figura di raccordo tra la Cabina di regia e realtà locali. Ancora, il Decreto prevede multe da migliaia di euro per chi utilizza senza autorizzazione l’acqua pubblica. Decreto per il quale il Governo ha già stanziato 8 miliardi di euro dei quali una buona parte proviene dai fondi del Pnrr.
Nel dettaglio, la cabina di regia entro 30 giorni dovrà effettuare una ricognizione delle opere più urgenti da fare, mentre il Commissario straordinario nazionale pieni poteri e dovrebbe rimanere in carica fino a dicembre 2023. Tra i compiti del Commissario straordinario troviamo quello di avviare celermente gli interventi di miglioramento delle infrastrutture idriche e di dragaggio degli invasi, (sistemi artificiali per lo stoccaggio dell’acqua).
All’interno del decreto siccità è prevista anche una sanzione pecuniaria a chi “ruba l’acqua”, cioè estragga o utilizzi acqua pubblica senza autorizzazione rischiando di pagare una multa piuttosto salata, il cui valore è compreso tra gli 8.000 e i 50mila euro.
Il decreto contiene anche delle semplificazioni per le attività di riutilizzo delle acque reflue depurate fino alla fine dell’anno e per creare degli impianti di desalinizzazione.
Sempre nel decreto, si parla della possibilità per le Regioni di intervenire per mettere in efficienza gli invasi “attraverso le attività di manutenzione da fanghi e sedimenti”.
Su delega del presidente del Consiglio dei ministri, il Commissario potrà anche intervenire adottando i provvedimenti e dando via libera ai progetti. Invece gli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici e per il contrasto ai fenomeni di scarsità idrica avranno il compito di monitorare le risorse.
Ma per dar vita a interventi e opere adeguate, il provvedimento governativo agisce anche sulle procedure, prevedendo una generale sburocratizzazione. Un importante passo in avanti, quindi, ma per affrontare una questione così grave e complessa non basta un decreto.
Sono invece necessarie misure strutturali, un adeguato programma di investimenti per interventi di lungo termine. Anche su questo il governo sta lavorando per una incisiva pianificazione.
Intanto, arriva il decalogo dell’Enea (Energia nucleare e energie alternative) per evitare gli sprechi di acqua. Dieci suggerimenti e buone pratiche per non sprecare l’acqua. Al primo punto «Mantenere efficiente l’impianto idrico e verificare la presenza di perdite occulte» perché, spiegano i promotori «si calcola che con un rubinetto che gocciola si perdano fino a 5 litri al giorno.
Poi si consiglia sempre di chiudere il rubinetto per evitare che l’acqua scorra inutilmente. «Per lavarsi i denti sarebbero necessari solo 1,5 litri se si chiudesse l’acqua tra le varie operazioni, evitando di sprecare fino a 30 litri – prosegue il decalogo-. Allo stesso modo durante il lavaggio delle mani si potrebbe evitare lo spreco di almeno 6 litri e durante la rasatura fino a 20 litri».
Un altro consiglio riguarda il riutilizzo dell’acqua di cottura della pasta o del lavaggio delle verdure per sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie o per annaffiare (quando non è salata).
Ancora, un altro aspetto riguarda l’utilizzo degli elettrodomestici. Se si impiega una lavastoviglie o una lavatrice è sempre opportuno usarle a pieno carico. Preferire inoltre programmi di lavaggio a temperature non elevate (40-60° C). Inoltre, con l’installazione di pannelli solari si eviterebbero i consumi elettrici per scaldare l’acqua necessaria agli elettrodomestici.
Un altro accorgimento riguarda poi i rubinetti con sensori o con rompigetto aerato: «riducono il flusso dell’acqua e hanno maggiore efficacia di lavaggio, avendo cura di mantenerli in efficienza (ad esempio utilizzando la chiavetta raschiatrice)».
Altro suggerimento, installare sciacquoni a doppio tasto. In questo modo si possono risparmiare anche 100 litri d’acqua al giorno, considerando che a ogni utilizzo di modelli con un solo pulsante si usano fino a 16 litri.
Importante è anche scegliere la doccia invece che la vasca da bagno per risparmiare fino a 1.200 litri all’anno. «Si stima che per fare un bagno in vasca si consumino mediamente fra i 100 e i 160 litri di acqua – si legge ancora nel decalogo – mentre per fare una doccia di 5 minuti se ne consumano al massimo 40 litri, ancora meno se si chiude il rubinetto quando ci si insapona».
Un altro consiglio riguarda quando si parte per le vacanze: è sempre meglio chiudere l’impianto centrale in caso di periodi prolungati di mancato utilizzo. Altri due consigli riguardano l’utilizzo per l’irrigazione di sistemi temporizzati, a goccia o in subirrigazione, in virtù della loro maggiore efficienza. Inoltre utilizzare pavimentazioni drenanti nelle superfici esterne agli edifici, al fine di conservare la naturalità e la permeabilità del sito, favorire la ricarica delle falde, ridurre la subsidenza e mitigare l’effetto noto come isola di calore.