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LA FOLLIA EUROGREEN CHE VUOLE DESERTIFICARE L’AGRICOLTURA EUROPEA - Terra dei Figli Blog
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LA FOLLIA EUROGREEN CHE VUOLE DESERTIFICARE L’AGRICOLTURA EUROPEA

LA FOLLIA EUROGREEN CHE VUOLE DESERTIFICARE L’AGRICOLTURA EUROPEA

Lars Aagaard, il ministro del clima della Danimarca, ha affermato in un’intervista che gli agricoltori che meritano “il maggior successo sul mercato europeo” dovrebbero essere quelli che emettono meno carbonio per tonnellata di cibo prodotto. Ciò potrebbe essere ottenuto addebitando loro le loro emissioni nell’ambito del sistema di scambio di emissioni cap-and-trade (ETS) del blocco, che copre già la produzione di energia e i settori dell’industria pesante. “Dovremmo iniziare a discutere su come ottenere un quadro normativo paneuropeo. . . inserendo il settore agricolo in qualcosa di simile all’ETS”, ha affermato Aagaard. La Danimarca fa parte di un gruppo di paesi che spingono affinché l’UE fissi un obiettivo ambizioso di riduzione delle emissioni della UE del 95% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Aagaard ha affermato che ciò non sarebbe realizzabile se l’inquinamento provocato dalle aziende agricole non fosse ridotto. “Dobbiamo trovare un modo per trasformare il settore agricolo come altri settori, e non è facile. Non sarà fatto a breve termine”, ha detto. Funzionari dell’UE hanno affermato che i politici stanno cercando modi per includere l’agricoltura nell’ETS, che dal 2005 ha contribuito a ridurre le emissioni nel settore energetico del 37%, secondo la Commissione europea.

Si tratta dell’ennesimo schiaffo in faccia da parte della ideologica e radicale politica ambientale portata avanti dal famigerato commissario Frans Timmermans, fortunatamente dimessosi per correre alle prossime politiche in Olanda. Proprio nell’Olanda di Timmermans, è nato un partito rurale BBB, nato proprio come movimento di protesta contro le politiche di controllo delle emissioni in agricoltura decise dalla commissione. La BBB ha guidato l’opposizione agli sforzi dell’Aia per ridurre l’inquinamento da protossido di azoto, che è esacerbato dall’uso di fertilizzanti azotati. Ma anche in Polonia o in Romania o ancora n Irlanda, paesi ad alta vocazione agricola, partiti rurali stanno crescendo nei consensi e spesso diventano ago della bilancia per la formazione dei governi nazionali.

Proprio per delineare il futuro di un settore così vitale per l’economia dell’Europa, si è riunito a inizio novembre in Irlanda il partito europeo dei conservatori e riformisti (ECR), alla presenza del commissario dell’agricoltura, Janusz Wojciechowski e con il collegamento in video del ministro italiano Lollobrigida. “L’aspettativa che ogni Paese ridurrà, portandolo allo stesso livello” l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici “non è una soluzione equa”, vanno ridotti ma possiamo “raggiungere questo obiettivo attraverso incentivi economici agli agricoltori”. Ha detto il commissario europeo all’Agricoltura, Wojciechowski. Il commissario è intervenuto anche sul cibo sintetico, che l’Italia si appresta a vietare per legge, sottolineando di aver detto “chiaramente come commissario che sono a favore dell’agricoltura tradizionale, e la carne sintetica non è carne. Io proteggo molto fortemente i prodotti naturali, il sistema di etichettatura non dipende da me ma cerco di proteggere la tradizione”. Sugli obiettivi della riduzione della chimica in campo, come ha detto il ministro Lollobrigida, occorre un approccio differente rispetto a quello che sta assumendo l’Europa, meno radicale, ma graduale e più attento alle esigenze dei produttori “riduzione sì degli agrofarmaci ma compatibilmente con gli obiettivi di produzione e di redditività.

Accanto a questo servono investimenti in ricerca e l’Italia è all’avanguardia sulle tecnologie avanzate. Per lo sviluppo – ha concluso – bisogna partire dalle soluzioni alternative e innovative e non dalle mere posizioni politiche. Se pensiamo di ridurre i nostri consumi di suolo, domani dovremmo acquistare derrate agricole da Paesi che non rispettano i vincoli e i parametri qualitativi che invece imponiamo ai nostri contadini”.  Ma la follia green dell’Europa pensa invece a ripristinare le paludi, desertificare i suoli o liberare gli argini dei fiumi, come previsto dalla proposta di legge sul ripristino della natura, che sarebbe non solo letale per il settore agricolo, ma anche pericolosissimo per quanto riguarda il rischio idrogeologico di alcuni paesi già assai fragili da questo punto di vista come il nostro. La speranza è che il nuovo parlamento che nascerà dalle elezioni del prossimo giugno possa avere quella lucidità persa in questi anni per rincorrere l’ideologia irrazionale delle sinistre, che sembra considerare. come spesso accaduto anche su altre questioni, il mondo produttivo come un nemico da sconfiggere.

Vincenzo Caccioppoli