Regolamento imballaggi, primo via libera Ue, il testo diventa meno penalizzante per le imprese italiane
Il Parlamento europeo, riunito a Strasburgo in seduta plenaria, ha discusso e votato nei giorni scorsi la posizione negoziale espressa dalla relazione della Commissione ambiente (ENVI) in merito alla proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio. Si tratta di un voto che era molto atteso per le implicazioni che avrebbe su molti settori produttivi, primo fra tutti quello alimentare. La relazione, che costituisce il mandato del Parlamento per i negoziati a livello di trilogo, è passata con 426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astensioni. E sono stati approvati molti dei miglioramenti al testo che soprattutto gli eurodeputati di centrodestra consideravano molto punitivo per il settore e il comparto industriale italiano.
Tre i punti più critici del testo portato in Parlamento, ovvero il contenuto di riciclato (art. 7), i divieti ad alcuni imballaggi monouso in plastica (art. 22, all. V) e i target di riutilizzo (art. 26) ritenuti una minaccia al riciclo, specie in paesi come l’Italia dove si è investito massicciamente nella raccolta e recupero di imballaggi in plastica.
Nonostante l’imponente mole di oltre 500 emendamenti presentati alla plenaria, che ha richiesto quasi tre ore di voto, gli eurodeputati hanno apportato solo alcune modifiche alla relazione della Commissione Ambiente, alcune delle quali rilevanti. Il testo introduce obiettivi di contenuto minimo di riciclo degli imballaggi al 2030 e 2040, diversificati in funzione del packaging e del materiale.
Dal 2030 dovrà essere del 30% per i contenitori sensibili al contatto in PET (50% dal 1° gennaio 2040) e del 7,5% (50% dal 2040) per gli imballaggi sensibili al contatto in materiali diversi dal PET, ad eccezione delle bottiglie, per le quali sono fissati target specifici, rispettivamente al 30% e 65%. Per tutti gli altri imballaggi, le quote minime sono fissate al 35% dal 2030 e 65% a partire dal 2040. Sono escluse dall’obbligo le confezioni per medicinali, articoli medicali e gli imballaggi compostabili.
Non è passata l’opzione closed-loop, che obbligava a riutilizzare il materiale riciclato nello stesso ambito applicativo, per esempio da bottiglia a bottiglia. Uno dei punti più controverso riguarda i target di riutilizzo dei contenitori, variabili in base al settore di utilizzo e formato. In sede parlamentare è stata inserita la deroga per i paesi che raggiungeranno una quota di riciclo degli imballaggi di almeno l’85% (oggi in Italia siamo sopra al 70%), un emendamento presentato dagli eurodeputati italiani. In particolare, il voto prevede l’esenzione dagli obblighi previsti dal regolamento per i prodotti soggetti ad un alto tasso riciclo, valorizzando cosi’ le alte performance italiane. Ottenuta, inoltre, la tutela delle bioplastiche totalmente compostabili e biodegradabili. Un risultato che valorizza il primato dell’Italia in tale settore e conferma come tali materiali possano costituire un elemento di forza anche con Paesi schierati su posizioni diverse rappresentando soluzioni incontestabilmente sostenibili. L’Italia, infatti, e’ diventata negli ultimi anni punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile ed ha gia’ raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia ha raggiunto quota 73,3 per cento nel 2021, superando l’obiettivo del 70 per cento fissato per il 2030, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite. Molti i commenti degli addetti ai lavori per un provvedimento che ha visto premiato sostanzialmente lo sforzo degli eurodeputati italiani, Ecr, Forza Italia e Lega in testa.
“Con il voto dell’Europarlamento sul Regolamento imballaggi vince l’ambiente, il modello virtuoso del riciclo e sicuramente l’Italia”. Lo dichiara il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. che aggiunge “Aver trovato un punto di caduta equilibrato che non penalizzasse la nostra industria della raccolta in favore del riuso è una vittoria per l’Italia e per tutto il settore che ha potuto contare su un ottimo lavoro di squadra che ha visto coese istituzioni, imprese, sistema industriale e sociale verso un obiettivo comune. Un ringraziamento – prosegue – va al governo e ai ministri Adolfo Urso, Francesco Lollobrigida e Antonio Tajani che hanno evitato che il sistema produttivo fosse compromesso sia sul piano occupazionale che economico e che avrebbe annullato un percorso virtuoso di oltre vent’anni, nei quali l’Italia è diventata leader sul tema del riciclo”.
Molto soddisfatti anche i commenti degli eurodeputati presenti alla votazione “Gli emendamenti di Fratelli d’Italia hanno riportato sulla terra il regolamento UE sugli imballaggi”. Lo spiega il capogruppo di Ecr ed eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, in un punto stampa a Strasburgo subito dopo il voto in aula. “Non è passato però un emendamento, da noi proposto, per escludere del tutto le nazioni che superano l’85% di riciclo dall’obbligo di riuso, per questo motivo ci siamo opposti al testo finale”, ha spiegato Procaccini. “Viene ora consegnato al tavolo del Consiglio UE un testo che è molto meglio di quello uscito dalla commissione Ambiente. Il governo italiano dovrà comunque migliorarlo in fase di triloghi e portare ulteriore ragionevolezza dato che il testo rimane sbilanciato sul tema del riuso”, ha aggiunto il capo delegazione di Fratelli d’Italia al Pe, Carlo Fidanza.
Anche Forza Italia ha commentato molto positivamente l’esito del voto nella parole del relatore del Ppe del provvedimento Massimiliano Salini «Le nostre richieste sono state accolte sia nell’articolo 22 che nell’articolo 26: se ricicli sei premiato e puoi continuare a farlo, no a target insostenibili di riuso». Con il voto di oggi il Pe ha definito la sua posizione negoziale. Il Consiglio Ue la definirà il 18 dicembre e si procederà poi con il trilogo, che inizierà verosimilmente a gennaio.