TUTTI I PUNTI INTERROGATIVI SUL NUCLEARE COME FONTE ENERGETICA
“L’ambizione della conoscenza, ma anche gli interrogativi sull’uso del potere che da quella conoscenza può derivare, l’angoscia di quella responsabilità che porta con sé: sono problemi che lo scienziato non può e non deve affrontare da solo, ma con chi ha la responsabilità delle scelte, la politica”. Ne è convinta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che a Roma, nelle scorse settimane, ha parlato della necessità di un dialogo fra scienza e politica all’insegna dell’etica nell’evento ‘La Scienza al centro dello Stato’ organizzato dalla Italian Scientists Association. E durante il suo intervento la premier è tornata sul tema del nucleare a fusione, su cui il governo sembra intenzionato a scommettere per il futuro. “Una grande prospettiva, una grande visione, un grande sogno derivano dalla possibilità di produrre in un futuro non così lontano energia pulita e illimitata dal nucleare da fusione. L’Italia è la patria di Enrico Fermi, su questa non è seconda a nessuno grazie al know how, all’attività di ricerca e sviluppo, al nostro sistema produttivo: possiamo continuare a crescere, a dare al mondo nuove scoperte e un futuro migliore e diverso”.
La fusione è la reazione nucleare che avviene nel sole e nelle altre stelle, con produzione di una enorme quantità di energia: due nuclei di elementi leggeri, quali deuterio e trizio, a temperature e pressioni elevate, fondono formando nuclei di elementi più pesanti come l’elio con emissione di grandi quantità di energia. I due nuclei possono fondersi solo a distanze molto brevi, affinché questo accada è necessario che la velocità con cui si urtano sia molto alta: la loro energia cinetica (e quindi la temperatura) deve essere molto elevata. Per ottenere in laboratorio reazioni di fusione è necessario portare una miscela di deuterio e trizio a temperature elevatissime (100 milioni di gradi) per tempi sufficientemente lunghi. A temperature molto alte le singole particelle di un gas tendono a dissociarsi negli elementi costitutivi (ioni ed elettroni) e il gas si trasforma in una miscela di particelle cariche, cioè un plasma che è il principale costituente delle stelle e del sole. Nel sole, che ha una temperatura interna di 14 milioni di gradi, la reazione di fusione di nuclei di idrogeno (reazione protone-protone) è responsabile di gran parte dell’energia che giunge fino a noi sotto forma di calore e di luce.
Per ottenere la reazione di fusione, il plasma di idrogeno deve essere confinato in uno spazio limitato: nel sole questo si verifica ad opera delle enormi forze gravitazionali in gioco. La fissione nucleare invece è un particolare processo di disintegrazione durante il quale nuclei pesanti, come quelli dell’uranio o del torio, se opportunamente bombardati con neutroni, si dividono in due frammenti, entrambi di carica positiva, che si respingono con violenza allontanandosi con elevata energia cinetica. Con la fissione si liberano anche neutroni che possono a loro volta indurre altre fissioni innescando la cosiddetta reazione a catena che, in un reattore nucleare, permette di mantenerlo in funzione producendo energia in modo continuo e costante. Il nucleare, quindi, rappresenta certamente una delle soluzioni da considerare nel lungo percorso verso quella necessaria autonomia energetica della nostra nazione. Ma gli interrogativi sono tanti. Il primo tra tutti è quello legato al referendum del 1987, che di fatto ha vietato lo sviluppo di centrali nucleari in Italia e la chiusura di tutte quelle funzionanti. Il secondo problema è certamente quello legato ai tempi e ai costi per avere una adeguata produzione di energia dal nucleare.
“L’attuale tecnologia presenta diverse criticità, tra cui l’alto costo economico di produzione dell’energia nucleare, la difficoltà a smaltire le scorie radioattive, tempi lunghi di realizzazione di nuove centrali e l’impossibilità di garantire il rischio zero per popolazione e territorio. Senza contare l’ostacolo normativo dei referendum che hanno reso impossibile produrre energia atomica in Italia. D’altra parte, però, riteniamo importante investire attenzioni e risorse adeguate nella ricerca sul cosiddetto nucleare pulito, così da poter essere presenti sulla futura evoluzione di questa tecnologia”, ha detto Nicola Procaccini, copresidente dell’Ecr al parlamento europeo. Ma certamente escludere a priori nucleare così come altri fonti di energia come il gas dalla tassonomia delle fonti energetiche Ue rischia di essere un controsenso ambientale ed economico. Questo è stato anche il tema di un interessante dibattito promosso nei giorni scorsi dall’Ugl Chimici a Roma, nella sala Caduti di Nassirya del Senato, intitolato ‘Il nucleare in Italia nella transizione energetica: sostenibilità e indipendenza’, che ha visto la partecipazione di rappresentanti del Governo, delle istituzioni nazionali ed europee, del mondo dell’Università e della ricerca e dei player del settore. Un’occasione per delineare quale potrebbe essere il migliore percorso per arrivare ad una vera e sostenibile transizione energetica, senza ideologie e pregiudizi.