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MATERIE CRITICHE, UN PUNTO DI SVOLTA PER RIDURRE LA DIPENDENZA DALL’ESTERO  - Terra dei Figli Blog
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MATERIE CRITICHE, UN PUNTO DI SVOLTA PER RIDURRE LA DIPENDENZA DALL’ESTERO 

MATERIE CRITICHE, UN PUNTO DI SVOLTA PER RIDURRE LA DIPENDENZA DALL’ESTERO

MATERIE CRITICHE, UN PUNTO DI SVOLTA PER RIDURRE LA DIPENDENZA DALL’ESTERO 

Lo aveva promesso un anno fa, il ministro del made in Italy Adolfo Urso ed è stato di parola. Il dl sulle materie critiche è stato approvato un mese fa e rappresenta un vero punto di svolta per un settore che è fondamentale per la transizione energetica e il passaggio ad una produzione maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale. Il tasso europeo di dipendenza dalle importazioni è molto elevato e si concentra solo su alcuni Paesi fornitori come la Cina. Inoltre, secondo stime di IEA al 2030 la domanda di cobalto triplicherà, quella del litio sarà 8,6 volte maggiore, del nickel 7,5 volte e quella del neodimio (terra rara) quintuplicherà (I-Com, 2023). L’aumento dei prezzi delle cleantech per una asimmetria tra domanda e offerta è una minaccia estremamente verosimile che si aggiunge alla incertezza dei prezzi energetici iniziata con il conflitto russo-ucraino. L’Italia, consapevole di ciò e sulle orme dell’Unione Europea, è intervenuta subito con una nuova politica mineraria. Il decreto legge “Materie prime critiche”, è nato per adeguare la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi e standard europei previsti dal regolamento Critical Raw Materials Act (Crma). 

In Italia sono presenti 16 delle 34 materie prime critiche, ma si trovano in miniere chiuse da 30 anni; occorre dunque investire per riaprirle. Questo è stato l’impegno del ministro Urso e il Decreto legge vuole rappresentare un primo importante punto di svolta verso questa direzione, dedicando particolare attenzione anche ai progetti di riciclaggio e trasformazione delle materie prime critiche. Per questi viene istituito un ulteriore punto unico di contatto presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Anche in questo caso il processo è progettato per essere rapido ed efficiente: le istanze sono verificate entro 10 giorni e i titoli abilitativi devono essere rilasciati entro un massimo di 10 mesi. Un altro elemento cardine del decreto è la creazione del Comitato Tecnico per le Materie Prime Critiche e Strategiche presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il comitato avrà un ruolo fondamentale nel monitorare le catene di approvvigionamento, prevenire crisi e proporre azioni correttive. Tra i suoi compiti principali dovrà coordinare le scorte disponibili di materie prime strategiche e monitorare i piani nazionali di esplorazione e le prove di vulnerabilità delle catene di approvvigionamento. Il Comitato Tecnico ha anche il compito di facilitare i promotori dei progetti in tutte le fasi della catena del valore: dall’estrazione alla trasformazione, fino al riciclaggio. Questa assistenza è fondamentale per garantire che i progetti possano avanzare senza intoppi, superando eventuali ostacoli burocratici e tecnici.

In Italia ci sono complessivamente 76 miniere attive, 22 delle quali relative a materiali che rientrano nell’elenco delle 34 materie prime critiche dell’Ue.

Il Critical Raw Materials Act, approvato in via definitiva dal Consiglio europeo lo scorso 18 marzo, impone che entro il 2030 il consumo annuale del blocco Ue sia composto per almeno il 10% da minerali estratti localmente, per il 40% da elementi lavorati all’interno dell’Ue e per il 25% da materiali riciclati.

Allo stesso tempo, nessun Paese terzo potrà fornire più del 65% del consumo annuale europeo di uno qualsiasi dei materiali chiave, per evitare condizioni di dipendenza.

L’estrazione di minerali metalliferi, che rappresentano la maggior parte dei materiali critici, ha interessato circa 900 siti ed è attualmente inesistente.

“L’obiettivo del Governo e del Mase è di rilanciare il settore minerario italiano attraverso iter autorizzativi semplificati per i progetti strategici, con procedure non più lunghe di 18 mesi per le estrazioni e 10 mesi per il riciclo. In questa direzione va il decreto-legge sulle materie prime critiche, che sarà ulteriormente rafforzato in fase di conversione”, ha dichiarato la viceministra all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava.In 20 delle 76 miniere attive si estrae feldspato, minerale essenziale per l’industria ceramica, e in 2 la fluorite (nei comuni di Bracciano e Silius), che ha un largo uso nell’industria dell’acciaio, dell’alluminio, del vetro, dell’elettronica e della refrigerazione.

La Redazione