ANCHE l’ITALIA PUNTA SUI PICCOLI REATTORI NUCLEARI
Creare un iter autorizzativo per nuove centrali nucleari in Italia. Che permetta alle imprese di chiedere i permessi per installare mini-reattori modulari in un distretto industriale. Senza bisticci di competenze tra i vari livelli di Governo. Una sorta di decreto Aree Idonee ma per l’energia dall’atomo, e calibrato sugli aspetti più propriamente legati alle autorizzazioni. È l’orientamento su cui starebbe lavorando il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Lo ha annunciato a luglio il ministro dell’ambiente Pichetto Frattin, a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima 2024, che prevede il ricorso al nucleare fino ad arrivare all’11% del mix entro il 2050 con circa 8 GW di energia dall’atomo. “Dobbiamo prestare la massima attenzione all’evoluzione dei reattori di quarta generazione che, secondo gli analisti, potrebbero essere disponibili a inizio del prossimo decennio”, ha ribadito Pichetto, che dal suo insediamento ha sempre ventilato l’idea di dotare il Belpaese di una flotta di mini-reattori nucleari (Small Modular Reactors). E ha annunciato quello che sembra un ulteriore passo in avanti sulla strada del ritorno al nucleare in Italia: “Per questo abbiamo deciso di strutturarci anche giuridicamente”.
Le principali caratteristiche distintive di questi reattori sono la potenza ridotta e la costruzione modulare, che rispondono all’esigenza di maggiore flessibilità e garantiscono certezza di budget e puntualità di realizzazione. La maggior parte dei futuri SMR dovrebbe essere commercialmente disponibile entro il 2030. Grazie alle dimensioni e alla capacità ridotte (fino a 300 MW per unità) e alla progettazione semplificata, modulare e di fabbrica, si prevede che gli SMR alimenteranno nuovi tipi di consumatori industriali di elettricità e/o calore – ad esempio, acciaierie, fonderie di alluminio, impianti chimici, impianti di estrazione mineraria off-grid, impianti di raffinazione, elettrolizzatori e sostituzione di centrali elettriche a carbone in chiusura. Il nucleare è tema spinoso in Europa. Solo 13 paesi su 27 si affidano anche a centrali atomiche per il loro fabbisogno di energia, con la Francia che la fa da padrone. Mentre la Germania ha chiuso la sua stagione dell’atomo nella primavera del 2023 e solo dopo uno slittamento motivato dalla crisi energetica provocata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Il nostro paese dopo la Francia sembra essere quello più attivo nella ricerca di soluzioni per gli SMR. Il Governo sarebbe in contatto con Newcleo, start Up italiana (fondata nel 2021 dal torinese Stefano Buono), che d a poco ha trasferito la sua sede in Francia tra le più attive nello sviluppo di questi reattori di 4ª generazione, in particolare il reattore LFR-AS-200 da 200 MW raffreddato a piombo liquido, che potrebbe essere pronto per il 2033. Affinché l’operatività sul suolo italiano sia possibile, però, è necessario un quadro giuridico ridisegnato ad hoc, che è proprio lo scopo del Governo. Di recente a Parigi è stato stipulato un accordo tra Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Edf e Nuward per la crescita degli SMR e una riflessione sul possibile ruolo di questa tecnologia nella transizione energetica. Redano però sul campo ancora molti dubbi in merito allo sviluppo di queste tecnologie, che sono legati ai tempi di realizzazione e ai relativi costi che sarebbero ancora troppo onerosi.