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L’ITALIA VUOLE LA REALIZZAZIONE DI UNA GRANDE  GIGAFACTORY CON O SENZA STELLANTIS.  - Terra dei Figli Blog
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L’ITALIA VUOLE LA REALIZZAZIONE DI UNA GRANDE  GIGAFACTORY CON O SENZA STELLANTIS. 

L’ITALIA VUOLE LA REALIZZAZIONE DI UNA GRANDE GIGAFACTORY CON O SENZA STELLANTIS.

L’ITALIA VUOLE LA REALIZZAZIONE DI UNA GRANDE  GIGAFACTORY CON O SENZA STELLANTIS. 

«Sugli investimenti Stellantis deve dare una risposta, e la deve dare anche a breve», ha detto il ministro Adolfo Urso al meeting di Cl a Rimini, tornando sulla annosa questione dello stop, da parte di Stellantis,al progetto di realizzazione di una gigafactory a Termoli in Molise «Se in queste ore non ci risponde positivamente sul progetto della gigafactory a Termoli le risorse del Pnrr saranno destinate ad altri. Non possiamo perdere le risorse del Pnrr perché Stellantis non rispetta gli impegni», ha aggiunto piccato.

Gli investimenti per la gigafactory rientrano infatti in quelli finanziati dall’Unione Europea per la transizione ecologica, favorendo il passaggio dalle auto a combustione a quelle a motore elettrico. Una questione che è già stata motivo di ripetute frizioni tra azienda e governo, con gli incentivi statali per l’acquisto e la produzione di auto elettriche giudicati insufficienti da Stellantis e da Tavares per garantire nuovi investimenti in Italia.Il progetto di Stellantis per la costruzione di una gigafactory destinata alla produzione di batterie a Termoli, infatti, è ancora in una fase di incertezza, una situazione che preoccupa il governo, il quale ha investito 369 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nel progetto.In risposta alle dichiarazioni del governo e dei sindacati, Stellantis ha ribadito il proprio impegno, affermando di essere “concentrata sull’esecuzione del piano per l’Italia per i prossimi anni”. Tuttavia, l’azienda ha evidenziato che il mercato elettrico europeo è ancora “ben al di sotto dei livelli pre-pandemia”, il che non consentirà una ripresa immediata della produzione.

Questa condizione di mercato potrebbe influenzare perciò i tempi e le modalità di attuazione dei progetti previsti, compresa la gigafactory.L’annuncio ufficiale della gigafactory è arrivato durante l’Ev Day di Stellantis del luglio 2021, l’evento strategico organizzato dal gruppo automobilistico per presentare i suoi piani e obiettivi riguardanti la transizione verso la mobilità elettrica. Il progetto era nato dalla collaborazione con TotalEnergies/Saft e Mercedes-Benz all’interno della joint venture Automotive cells company (Acc), di cui Stellantis è l’azionista di maggioranza, e avrebbe dovuto fare dello stabilimento di Termoli un nodo cruciale nella rete europea di fabbriche di batterie di Stellantis.L’entrata in funzione era prevista per il 2026. Con una capacità produttiva stimata di 40 GWh, lo stabilimento italiano avrebbe giocato un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo del gruppo: una capacità totale di 120 GWh entro il 2030. Il piano di Acc prevedeva un investimento di circa 2 miliardi di euro per la riconversione dello stabilimento di Termoli, il resto lo avrebbe messo il governo italiano. Mario Draghi, ha prontamente offerto un sostanzioso pacchetto di incentivi. Con un decreto approvato nel marzo 2022, l’esecutivo ha stanziato 369 milioni di euro del Pnrr per sostenere la riconversione dello stabilimento.

Oltre al sostegno economico, il governo aveva chiaramente delineato i termini dell’accordo già nel primo incontro tra l’attuale ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso e Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis. Le richieste chiave da parte di Stellantis erano due: la rimozione dell’ostacolo rappresentato dalle norme europee che limitano la produzione di Euro 7 e un piano di incentivi mirato alla produzione nazionale. Secondo Urso, entrambe le condizioni sono state soddisfatte: Stellantis ha confermato il prolungamento di alcuni modelli inquinanti, mentre il governo ha varato un piano di incentivi da un miliardo di euro. La questione non è di certo di poca rilevanza, considerando che le gigafactory di batterie sono un tassello fondamentale in quel lento ma costante processo verso una ragionevole  transizione energetica, che il governo sta portando avanti fin dal suo insediamento. Secondo il Rapporto Electric vehicle Outlook 2002 – Bloomberg NEFla domanda di veicoli elettrici BEV (Battery Electric Vehicles) dovrebbe toccare il 40% entro il 2030.

Per questo motivo nei prossimi anni sorgeranno nuove gigafactory in Europa e anche in Italia. La gigafactory più grande è a Berlino: primo hub europeo per Tesla, inaugurato il 22 marzo 2022. Una fabbrica per batterie da oltre 5 miliardi di euro, ossia il più grande investimento in uno stabilimento automobilistico tedesco nella storia recente e il secondo più grande impianto di batterie agli ioni di litio del mondo, dietro quello di Austin in Texas.Il mercato globale della produzione di batterie elettriche agli ioni di litio è ancora dominato dalla Cina anche se l’Europa nell’ultimo biennio ha quasi triplicato la sua capacità di produzione passando dal 6% del 2021 al 16% del 2022. ​​Nel complesso, per l’Europa si prevede una capacità di 789,2 GWh entro il 2030, poco più del 14% del totale globale di 5.454 GWh.

Un’’analisi di Transport & Environment (T&E)”, associazione che riunisce organizzazioni non governative europee che lavorano nel campo dei trasporti e dell’ambiente.

Sulla base delle politiche attuali, l’Europa può diventare autosufficiente per quanto riguarda le celle delle batterie entro il 2026 e produrre la maggior parte della sua domanda di componenti chiave (come i catodi) entro il 2030. Una quota compresa tra l’8% e il 27% della fornitura di minerali dovrebbe provenire da fonti riciclate localmente entro il 2030, come stabilito dal Regolamento sulle “batterie green” 2023/1542, approvato nell’estate 2023. Il testo definisce importanti obiettivi di recupero dei minerali critici: litio 50% al 2027 e 80% al 2031; cobalto, rame, piombo e nichel 90% al 2027 e 95% al 2031.Ma questi piani si trovano a diversi stadi di maturità, così che T&E ritiene che per concretizzarsi richiedano “una visione politica a lungo termine e una strategia industriale mirata”.

Vincenzo Caccioppoli