AUMENTANO INVESTIMENTI BIODIVERSITA
Nell’ultimo decennio c’è stato un aumento significativo degli investimenti per la biodiversità, ma siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati dal Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, l’accordo del 2022 che comprende obiettivi target da raggiungere entro il 2030 per arrestare e invertire la perdita di biodiversità: gli investimenti per la biodiversità, sia quelli pubblici che quelli privati, devono essere incrementati, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, per colmare le attuali lacune finanziarie che ancora persistono. L’Italia, da parte sua, ha offerto un buon contributo alla questione della protezione della biodiversità, ma può e deve migliorare nella mobilitazione di fondi. È quanto emerge, in sintesi, dal rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) Biodiversity and Development Finance 2015-2022, che evidenzia l’andamento degli investimenti per la biodiversità, mostrando un aumento significativo dei finanziamenti nel periodo 2015-2022. Questo aumento è stato principalmente trainato dai paesi membri del Development assistance committee (Dac, sostanzialmente un sottoinsieme dell’Ocse a cui aderiscono 32 Paesi, Italia compresa, per promuovere la cooperazione allo sviluppo) e da istituzioni multilaterali, che hanno contribuito per il 67 per cento e il 33 per cento rispettivamente. L’Italia ha contribuito in maniera significativa al finanziamento della biodiversità, pur restando un attore secondario rispetto a paesi come Germania e Francia. Nel periodo 2015-2022, il nostro Paese ha fornito circa il 10 per cento del totale degli investimenti per la biodiversità tra i membri del Dac. Gran parte di questi fondi sono stati indirizzati a paesi in via di sviluppo e a progetti che mirano a conservare gli ecosistemi marini e terrestri.
Per biodiversità si intende la varietà della vita sulla Terra, comprese tutte le specie vegetali e animali e i microrganismi, nonché gli ecosistemi a cui danno vita. La biodiversità è essenziale per il benessere umano e animale e per il funzionamento del pianeta. Sostanzialmente, consente alla natura di fornire un’ampia gamma di beni e servizi, come cibo, acqua, medicine e attività ricreative, che sono essenziali per le società umane. A partire dal 1970 il 75% della superficie terrestre ha subito alterazioni significative, il 66% delle aree oceaniche ha risentito di impatti cumulativi crescenti e l’85% delle zone umide è andato perso.Molte specie stanno scomparendo a un ritmo da 10 a 1.000 volte superiore al normale tasso di estinzione.Tre quarti delle colture alimentari a livello globale dipendono dall’impollinazione, mentre le popolazioni dei principali impollinatori, come le api domestiche, sono diminuite di quasi il 60% negli ultimi 60 anni. A livello globale, il finanziamento per la biodiversità ha registrato un aumento del 136 per cento tra il 2015 e il 2022, passando da 10,9 miliardi di dollari nel 2015 a 25,8 miliardi nel 2022. Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Nature rivela che la produttività della biodiversità in natura accresce la biomassa e consolida la stabilità dell’ecosistema, costituendo al contempo una delle migliori difese dell’umanità contro gli eventi metereologici estremi. Una vegetazione e una fauna più ricche contribuiscono, infatti, alla ricchezza dei suoli e dei mari e prevengono fenomeni catastrofici provocati dai cambiamenti climatici come lunghi periodi di siccità, piogge torrenziali, uragani.
Gli autori dello studio, i ricercatori della Smithsonian Institution e dell’Università del Michigan, sono giunti a queste conclusioni dopo aver comparato i risultati di 67 studi condotti in tutto il mondo, in cui erano raccolti i dati provenienti da oltre seicentomila punti di campionamento.
Dal punto di vista degli investimenti, anche le società quotate – e quindi i mercati azionari – manifestano la necessità della difesa della biodiversità per fornire beni e servizi e creare valore per gli azionisti. Oltre la metà del prodotto interno lordo (PIL) mondiale (44.000 miliardi di dollari) dipende dalla natura in misura elevata o moderata ed è minacciato dalla perdita di biodiversità e dalla distruzione degli ecosistemi. Ed è per questo motivo che gli operatori finanziari sono tra gli attori fondamentali che possono contribuire a preservarla, svolgendo un ruolo chiave per incentivare l’aumento degli investimenti nelle soluzioni basate sulla natura. La stretta connessione tra finanza sostenibile ed economia reale, infatti, fa sì che le scelte di investimento ESG e il dialogo con le società investite, se allineate agli stessi obiettivi di protezione della biodiversità, producano impatti positivi, orientando i capitali verso le imprese impegnate su questo fronte con azioni concrete e una roadmap chiara e trasparente.
Gli investimenti legati alla biodiversità stanno registrando un aumento significativo e hanno ancora ampi spazi di crescita: negli ultimi due anni, i fondi domiciliati in Europa connessi al tema della biodiversità hanno raggiunto una raccolta complessiva pari a €854 milioni. Di pari passo, sta emergendo un numero sempre maggiore di prodotti finanziari legati alla protezione degli ecosistemi, segno di un interesse crescente degli investitori.