Più ombre che luci nel nuovo piano energetico della UE”
Molte più ombre che luci nel piano energetico proposto dalla commissione europea per uscire dalla dipendenza dal gas importato dalla Russia e combattere il cambiamento climatico. È quanto ha affermato l’europarlamentare di FDI- ECR, Nicola Procaccini, responsabile del dipartimento Ambiente ed Energia del partito, commentando il RepowerEU presentato a Bruxelles.
“È positivo che la Commissione apra alla modifica del PNRR, alla possibilità di poter attingere a tali fondi per aumentare la produzione energetica nazionale. Non c’è più nessuna scusa per il governo italiano, deve subito adeguare il PNRR per provvedere all’approvvigionamento energetico in virtù della crisi geopolitica in cui è piombata l’Europa – ha detto Procaccini –È giusto prevedere l’acquisto congiunto di gas da parte dei 27 Stati della UE in modo da evitare che la concorrenza tra gli stessi Stati produca l’innalzamento ulteriore dei prezzi e per potersi inoltre disintossicare dall’acquisto di gas russo. È invece un tragico errore non considerare il Price cup, il tetto unico al prezzo del gas lasciando come unica opzione un tetto nazionale che serve a poco o nulla. Purtroppo la Commissione ha dimostrato di piegare ancora una volta gli interessi dell’Europa a quelli tedeschi e delle nazioni che ne costituiscono il corollario, come l’Olanda. Strano che Enrico Letta, sempre molto solerte nel criticare Victor Orban rispetto all’embargo del petrolio russo, sia in perfetto silenzio rispetto al governo italiano e al comportamento del governo socialista tedesco.
Infine, se può essere condivisibile sul piano generale un aumento della installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici europei, viene da chiedersi come la commissione della Von der Leyen non si accorga della pericolosità di legarsi alla nazione che produce pannelli fotovoltaici e che detiene il quasi monopolio delle materie prime necessarie per realizzarli. Mi riferisco ovviamente alla Cina, che in quanto a illiberalità, mancato rispetto dei diritti civili e sprezzo per la pace non ha molto da invidiare alla Russia”, conclude Procaccini.
Il piano presentato nei giorni scorsi dalla Commissione europea è finanziato con circa 225 miliardi di euro e si prevede possa consentire all’Unione europea di risparmiare circa 100 miliardi di euro l’anno, pari all’importo che attualmente viene speso per l’acquisto di combustibili fossili russi. Secondo quanto prevede il RepowerEU, le risorse giungeranno dai diversi capitoli di spesa europei e da una riforma dell’Emission Trading Scheme, il mercato di scambio delle quote di emissioni di CO₂.
Il piano si basa su alcuni pilastri fondamentali: il risparmio energetico, lo sviluppo accelerato delle energie rinnovabili e la diversificazione dell’approvvigionamento e abbandono delle fonti fossili. Circa il risparmio energetico, la Commissione propone di aumentare il target di efficienza energetica contenuto nel pacchetto Fit for 55 del Green Deal dal 9 al 13%, mentre sono codificati alcuni cambiamenti di comportamento che nel breve periodo possono consentire risparminella domanda di petrolio e gas del 5%.
Il Piano della UE prevede di raddoppiare la capacità del fotovoltaico al 2025, giungendo ad installare 600 GW entro il 2030, e di raddoppiare il tasso di impiego delle pompe di calore. Essenziale la spinta verso l’incremento dei tetti fotovoltaici: entro il 2026 tutti i nuovi edifici pubblici e commerciali con una superficie utile di oltre 250 metri quadri dovranno installare un impianto fotovoltaico e dal 2027 scatta l’obbligo per gli edifici già esistenti, mentre quelli nuovi del settore residenziale dovranno adeguarsi dal 2029.
Altro tassello è il raddoppio del target di produzione di idrogeno rinnovabile, fissato a 10 milioni di tonnellate al 2030, in aggiunta ad altri 10 milioni di tonnellate importate, nell’ottica della sostituzione di gas, carbone e petrolio specie nel settore dei trasporti.
Intanto nei giorni scorsi oltre 500 imprese europee operanti nella filiera delle bioenergie hanno inviato un documento al Presidente della Commissione europea Von der Leyen, al vicepresidente Timmermans e ai commissari Simson e Breton chiedendo un approccio diverso da quello previsto da “REPowerEU”, che trascura la maggior parte delle bioenergie sostenibili.