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I FUNGHI CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO? - Terra dei Figli Blog
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I FUNGHI CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO?

I FUNGHI CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO?

I FUNGHI CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO?

Lottare contro i cambiamenti climatici è essenziale per il futuro del mondo. Partendo da questo presupposto, nella lontana Australia sta prendendo piede un esperimento che sta mostrando risultati assai incoraggianti. Il tentativo che sta facendo una start up australiana sarebbe quello di  “impiegare la potenza della microbiologia per affrontare le minacce del cambiamento climatico, sfruttando i ‘’superpoteri’’ di minuscoli viticci sotterranei dei funghi per estrarre l’anidride carbonica dall’aria e immagazzinarla nei terreni.” come scrive in un suo lungo reportage il New York times la settimana scorsa L’idea, nata dalla startup Loam Bio specializzata in agricoltura del carbonio, affonda le sue radici in solidi studi secondo cui la reintroduzione della biodiversità microbica nel suolo possa accelerare del 64% la crescita delle piante facendo salire a sua volta il sequestro del carbonio.

Loam Bio utilizza il suolo per rimuovere l’anidride carbonica, e lo fa attraverso una nuova tecnologia biologica “Carbon Builder”, una polvere di trattamento per sementi realizzata per creare carbonio stabile nel suolo. Sfruttando il potere benefico dei funghi, la polvere tech rappresenta una svolta nell’agricoltura sostenibile, dando vita a benefici ambientali a lungo termine, poiché aumenta la quantità di carbonio immagazzinata nel suolo, migliorando la produttività e la resilienza dei sistemi di coltivazione. Perché proprio il fungo? Perché i funghi agiscono come commercianti di carbonio della natura. Mentre seminano i raccolti, gli agricoltori aggiungono una polvere polverizzata di spore fungine. Il fungo si attacca alle radici delle colture, prende il carbonio che viene assorbito dalle piante dall’aria e lo imprigiona in un deposito sotterraneo in una forma che può mantenerlo sotto terra per molto più tempo rispetto al ciclo naturale del carbonio.

“Stiamo realizzando la prossima generazione di strumenti necessari per aumentare la quantità di carbonio rimosso dall’atmosfera e immagazzinato nei terreni, per le aziende agricole di tutte le dimensioni. Vogliamo realizzare azioni climatiche misurabili”, ha precisato al giornale americano, Tegan Nock, fondatrice di Loam Bio.

Cosa rende questo approccio così interessante?

  • Sostenibilità: i funghi rappresentano una risorsa naturale e rinnovabile, capace di adattarsi a diversi ambienti
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  • Efficacia: i viticci dei funghi formano una rete intricata nel sottosuolo, aumentando la capacità del terreno di assorbire e trattenere il carbonio
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  • Versatilità: questa tecnica potrebbe essere applicata in diverse aree, dall’agricoltura alla riforestazione, contribuendo a ripristinare ecosistemi degradati

Questo percorso fa parte di una grande scommessa su cui imprenditori e investitori di tutto il mondo stanno puntando negli ultimi tempi: l’uso di tecnologie impattanti nel settore agricolo che siano in grado di offrire pratiche sostenibili per aiutare gli agricoltori a mitigare, cioè ridurre le emissioni, ove possibile. L’agricoltura “intelligente” dal punto di vista climatico è un approccio che mira a guidare le pratiche agricole in modo da tener conto degli effetti del cambiamento climatico e della crescente popolazione mondiale.

Non tutti i funghi sono uguali – alcuni ceppi fungini si sono rivelati più efficaci di altri nel migliorare le prestazioni delle piante e nel stabilizzare il carbonio nel suolo. Durante il raccolto, i trattamenti con specifici funghi nativi applicati ai semi nello studio hanno mostrato risultati sorprendenti:

  • Fino al 9,4% di carbonio in più nel suolo rispetto alle piante non trattate con funghi
  • Fino al 21% in più di carbonio negli aggregati del suolo durante il raccolto, il che potrebbe spiegare l’aumentata stabilità del carbonio nel suolo grazie alla protezione fisica del carbonio dalla decomposizione
  • Fino al 20% in più di carbonio resistente dopo 135 giorni di incubazione del suolo post-raccolto, il che implica che il carbonio sequestrato è meno suscettibile di essere perso nel tempo

Un aspetto particolarmente importante è che aumentare la stabilità del carbonio nel suolo indica che il carbonio sequestrato è meno probabile che venga disperso in futuro. Fondata nel 2019 ad Orange, nel Nuovo Galles del Sud, da Tegan Nock e Guy Hudson (attuale CEO), Loam Bio è composta da una squadra di scienziati, agricoltori e imprenditori che lavorano tra l’Australia e il Nord America con l’obiettivo principale di immagazzinare quante più tonnellate possibili di CO2 nei terreni agricoli, attraverso il bio sequestro del carbonio. Per un’economia a zero emissioni.

La startup australiana ha come obiettivo di rivoluzionare i metodi di coltivazione potenziando la capacità naturale delle piante di immagazzinare carbonio nel terreno. L’accumulo di carbonio nel terreno apporta benefici in termini di produttività e resilienza climatica ai contadini e, può ridurre la quantità di fertilizzante azotato utilizzato nella produzione agricola, riducendo ulteriormente le emissioni. Dalla sua fondazione la startup ha raccolto 105 milioni di dollari dagli investitori che hanno creduto nella tecnologia microbica della cattura del carbonio nel suolo. Tra gli investitori la Clean Energy Finance Corporation, di proprietà del governo australiano, TIME Ventures, un fondo di capitale di rischio gestito dal miliardario della Silicon Valley Marc Benioff, CEO e fondatore della società di software Salesforce, e il miliardario canadese Tobi Lutke, fondatore della società di e-commerce Shopify. L’azienda è composta da circa 40 persone dislocate in quattro laboratori e ha 25 sedi distaccate tra Australia e Stati Uniti. Dopo il lancio del prodotto in Australia nel 2023, Loam Bio punta alla commercializzazione negli Stati Uniti e ha in programma di espandersi in altri paesi, primo fra tutti il Brasile. La startup agritech ha creato una libreria di quasi 2000 ceppi microbici, identificando quelli che aiutano le piante a immagazzinare carbonio nel terreno a lungo termine.

Vincenzo Caccioppoli