Top
NON C’È NULLA PIÙ DI DESTRA DELL’ECOLOGIA - Terra dei Figli Blog
fade
4508
post-template-default,single,single-post,postid-4508,single-format-standard,eltd-core-1.2.1,flow child-child-ver-1.0.1,flow-ver-1.6.3,,eltd-smooth-page-transitions,ajax,eltd-blog-installed,page-template-blog-standard,eltd-header-type2,eltd-sticky-header-on-scroll-up,eltd-default-mobile-header,eltd-sticky-up-mobile-header,eltd-dropdown-default,eltd-header-style-on-scroll

NON C’È NULLA PIÙ DI DESTRA DELL’ECOLOGIA

NON C’È NULLA PIÙ DI DESTRA DELL’ECOLOGIA

“Io direi che il culatello è di destra, la mortadella è di sinistra. Se la cioccolata svizzera è di destra, la Nutella è ancora di sinistra.”
Una delle tante strofe della canzone “Destra Sinistra” di Giorgio Gaber.
Una canzone surreale che vuol mettere ironicamente in risalto le presunte differenze tra destra e sinistra politiche. E di certo il tema della difesa dell’ambiente è un argomento che si presterebbe perfettamente a questo ideologico tiro alla fune.

In realtà, la causa ambientalista, fatta passare per uno degli asset ideologici della sinistra, è quanto di più ascrivibile all’universo conservatore di destra vi possa essere.
Giorgia Meloni afferma che la conservazione del patrimonio naturale è un elemento fondamentale dell’identità politica dei conservatori. In quanto non c’è nulla di più “di destra” dell’ecologia. La destra ama l’ambiente perché ama il territorio, l’identità, la Patria. Conservare l’ambiente vuol dire conservare e tramandare ai nostri figli i luoghi dove sono nati, farli conoscere e difenderli. Scruton diceva che “l’ambientalismo è la quintessenza della causa conservatrice, l’esempio più vivo nel mondo di quel partenariato fra i morti, i vivi e i non ancora nati”.

Certo, la visione conservatrice non si esaurisce negli slogan fini a sé stessi tipici di certa sinistra. A differenza dell’ambientalismo ideologico la destra non ritiene che la presenza dell’uomo e delle sue attività siano in contrasto con la difesa dell’ambiente.
Infatti in questa visione l’uomo è il custode del Creato, che gode della bellezza in cui è immerso e sente il dovere esistenziale di proteggerla e consegnarla a chi gli sopravvivrà.
Si tratta di un atteggiamento pragmatico e realistico che tiene insieme l’amore per la Natura, la difesa dei nostri paesaggi e la sostenibilità degli ecosistemi con le attività dell’uomo.

Oggi la sfida che abbiamo davanti è coniugare ambiente e crescita economica. È convinzione dei conservatori che le imprese debbano essere accompagnate verso la transizione ecologica. Su questo è giusto porsi degli obiettivi, anche ambiziosi, a patto però che tali obiettivi siano realistici. La transizione deve essere graduale e imporla a colpi di nuovi oneri alle aziende è un errore che produce altra povertà e perdita di posti di lavoro.
Bisogna rimettere ordine negli incentivi sulle rinnovabili e investire nei carburanti alternativi, ma sempre nella logica della neutralità tecnologica e del mix energetico: la tecnologia può darci una grossa mano nel sostenere l’ambiente, senza pregiudicare la qualità della vita e senza pregiudicare il benessere delle nostre esistenze.

“Mi fa molto piacere che oggi si faccia un esplicito riferimento al mondo rurale” – afferma Giorgia Meloni – “È un macrocosmo nel quale l’uomo vive in perfetta armonia con la biodiversità che lo circonda perché è da questa che trae il suo sostentamento, spesso anche da diverse generazioni. Chi più del contadino, dell’allevatore o del cacciatore può essere mai interessato a difendere la natura in cui vive ed opera? Nessuno. Anche qui una certa vulgata radical chic tenta di contrapporre la natura all’uomo: è una guerra che a noi non appartiene.
Esiste un’agricoltura di precisione che dobbiamo incentivare e sostenere perché migliora quantità e qualità dei prodotti ortofrutticoli, garantendo contemporaneamente una riduzione nei consumi idrici e nell’uso dei fitofarmaci. E poi il paesaggio, come fattore identitario e di attrattività turistica, che va preservato senza alcun tipo di ideologismo. Sono tutti temi che i conservatori pongono da sempre e che continueranno a mettere al centro del dibattito, anche e soprattutto in questa fase. Questo è il ruolo e questo è il nostro impegno”.

Forse, continuando sulla prosa di Gaber, potremmo aggiungere: “Il globalismo è di sinistra, mentre il conservatorismo è di destra, come l’utopia sta a sinistra, mentre il realismo va verso destra”.

La Redazione