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GAS SERRA, LA CORSA DELLA CINA VERSO IL BARATRO E IL PARADOSSO DELLE AZIONI VIRTUOSE DELLA VECCHIA EUROPA    - Terra dei Figli Blog
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GAS SERRA, LA CORSA DELLA CINA VERSO IL BARATRO E IL PARADOSSO DELLE AZIONI VIRTUOSE DELLA VECCHIA EUROPA   

GAS SERRA, LA CORSA DELLA CINA VERSO IL BARATRO E IL PARADOSSO DELLE AZIONI VIRTUOSE DELLA VECCHIA EUROPA   

Uno dei parametri fondamentali per esaminare la salute del nostro pianeta in termini ambientali e climatici, riguarda le emissioni globali e settoriali di anidride carbonica (CO2). Su questi vanno poi adottate le necessarie azioni per il clima che rappresentano ormai elementi per le politiche economiche e sociali di ogni Stato e degli organismi sovranazionali, come l’Unione Europea e, a livello di indirizzo, la stessa ONU. Il punto di partenza di tali politiche sono soprattutto i valori stabiliti nel cosiddetto “Accordo di Parigi” del 2015, in cui si è stabilito che, in base ai dati indicati da appositi studi scientifici, per limitare l’aumento delle temperature globali attorno a 1,5°, soglia indicata per evitare gli effetti drammatici del cambiamento climatico, le emissioni nette di gas serra dovrebbero scendere del 43% entro il 2030, rispetto ai livelli riscontrati del 2010. Una tendenza, però, che sembra ben lontana dall’essere percorsa e quindi l’obiettivo di 1,5 gradi appare oggi una chimera.     

I DATI GLOBALI SULLE EMISSIONI DI GAS SERRA

In base ai dati del “CO2 emissions of all world countries, 2022 Report” della Commissione europea, nel 2021 le emissioni globali di CO2 sono aumentate del 5,3% rispetto al 2020, anno particolare però perché caratterizzato dalla pandemia e quindi poco attendibile, ma restando appena dello 0,36% al di sotto dei livelli del 2019. Cina, Stati Uniti, Ue, India, Russia e Giappone sono le economie che emettono più CO2 al mondo. Insieme, rappresentano il 49,2% della popolazione mondiale, il 62,4% del Pil globale, il 66,4% del consumo di combustibili fossili e il 67,8% delle emissioni globali di CO2 fossile. Tutti e sei hanno aumentato le emissioni di CO2 nel 2021 rispetto al 2020.

Le emissioni dell’Unione europea sono aumentate del 6,5% nel 2021 rispetto al 2020, ma anche in tal caso il dato va più concretamente confrontato con quello dell’ultimo anno prima della pandemia, vale a dire il 2019. Qui si evidenzia che l’anno scorso le emissioni dell’UE sono diminuite del 5% rispetto al 2019, ottimo viatico per consentire alla UE di raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro la fine di questo decennio.

Sempre dall’analisi dei dati, si evidenzia che la Cina è il Paese che  produce più emissioni, pari al 33% del totale nel 2021. Una cifra enorme, se si considera tale quantità supera la somma delle emissioni delle quattro realtà che la seguono: Stati Uniti (12,5%), Unione Europea (7,3%), India (7%) e Russia (5%). Dalle previsioni elaborate dalla stessa Cina, il picco di emissioni verrà raggiunto dal “dragone” «prima del 2030», anno prima del quale le sue emissioni continueranno da aumentare.

IL PARADOSSO DELLE AZIONI DI CONTRASTO

Sono dati che fotografano una situazione preoccupante ma, a tratti, anche paradossale, visto che, ad esempio, gli Stati dell’Unione europea sono impegnati in uno sforzo gigantesco che rischia di creare enormi difficoltà ad intere, consolidate economie, mettendo persino in discussione modelli di vita ma con risultati che vanno ad incidere solo in minima percentuale sul totale delle emissioni. Uno sforzo a cui, per risultare realmente efficace, dovrebbe invece accompagnarsi un parallelo, forte impegno da parte cinese, oltre che delle altre maggiori economie mondiali.                       

Da un punto di vista prettamente storico, si evidenzia che nel 1990, gli Usa producevano ancora il doppio della CO2 emessa dalla Cina. Il sorpasso è avvenuto solo nel 2005.

Da un diverso punto di vista, si rileva che il principale responsabile di emissioni di gas serra è quello legato alla produzione di energia, che in Cina ha rappresentato il 44% delle emissioni nel 2021.

Per avere un dettaglio ancora più approfondito circa i dati sulle emissioni, è utile consultare il sito www.ourworldindata.org, uno dei più autorevoli a livello mondiale, che ha appena aggiornato i dati sulle emissioni di CO₂ per tutti i paesi del mondo, comprese le nuove metriche sulle emissioni derivanti dal cambiamento dell’uso del suolo. L’aggiornamento dei dati è avvenuto sulla base di quanto pubblicato dal Global Carbon Project sull’anidride carbonica globale emessa, durante la Conferenza internazionale sul clima in corso a Sharm El Sheikh. Si può approfondire direttamente tutto su Co2 Esplora dati. L’aggiornamento di quest’anno include, per la prima volta, anche le stime dell’uso del suolo per i singoli paesi, con dati che a partire  1750.

La Redazione