TRANSIZIONE ENERGETICA, AD “ATREJU” LE RAGIONI DEI CONSERVATORI. PROCACCINI A DIBATTITO CON CINGOLANI, DESCALZI, RAMPELLI E RAMPINI
L’attenzione all’ambiente come uno degli elementi da sempre al centro del pensiero conservatore ma anche la necessità di affrancare il dibattito sui cambiamenti climatici da posizioni e strumentalizzazioni ideologiche per trovare, invece, la via adeguata per condurre l’Italia in maniera virtuosa sulla strada della transizione energetica.
Sono questi alcuni dei punti toccati dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia- Ecr e responsabile Ambiente del partito, Nicola Procaccini, durante il suo intervento introduttivo al convegno: “Doppia sfida. L’emergenza climatica e la transizione energetica che serve all’Italia”, che si è tenuto il 7 dicembre a Roma, all’interno di Atreju, la storica manifestazione di Fratelli d’Italia.
Procaccini ha preso la parola davanti ad una platea affollata ed attenta, e alla presenza di importanti ospiti: il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, l’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, il deputato di FdI, vicepresidente Camera, Fabio Rampelli,Federico Rampini, l’editorialista del Corriere della Sera collegato da New York, e il direttore dell’ANSA Luigi Contu.
“Che ci sia un riscaldamento globale in atto non è più una ipotesi, ma una certezza. Rimane solo il dubbio su quanto incida il comportamento del genere umano. Ma quando anche avesse una infinitamente piccola responsabilità, credo che preoccuparsene e agire di conseguenza sia un dovere per la nostra generazione. Quindi, guardiamo alla transizione energetica con favore e passione, sebbene mantenendo sempre un approccio pragmatico e realista”, ha detto Nicola Procaccini che ha anche aggiunto:
“L’energia è la leva dello sviluppo umano fin dalla notte dei tempi e continuerà ad esserlo fino alla fine del mondo. Per questo dovremmo considerare l’approvvigionamento energetico come una zona franca dagli opportunismi politici o dalle mode ideologiche del momento. Forzare la transizione a colpi di ideologia anticapitalista è un regalo ai peggiori regimi antidemocratici del Pianeta, come la Cina, oltre che un colpo mortale alle imprese e alle famiglie italiane. Ci vogliono lucidità, strategia geopolitica, ricerca tecnologica, pazienza per governare la transizione energetica, tenendo insieme la difesa dell’ambiente con la felicità e la sicurezza dei popoli. L’obiettivo di salvaguardare l’ambiente per trasmettere ai nostri figli ciò che abbiamo ricevuto è uno degli elementi identitari forti del conservatorismo”.
Nel suo intervento, il ministro Cingolani si è definito “technology neutral”, affermando poi: “Ho fede nella scienza e nella tecnologia ma non la scelgo. La tassonomia dice dove non bisogna investire, anzi se lo faccio ho l’infrazione. Poi mi dice tutte le altre tecnologie che a livello di verde vanno utilizzate. E’ ovvio che i gas climalteranti e il nucleare hanno sfumature di verde elevate, perche’ non producono C02. Ogni Stato potra’ scegliere l’energy mix, purche’ nella tassonomia le fonti siano giudicate sufficientemente verdi ed e’ stato indicato che ogni anno saranno aggiornate. L’importante non e’ dire a priori no, mai temere cio’ che non si conosce, studiamolo e puo’ portare a migliori risultati”.
l’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, ha affermato che ” è giusto che chi produce Co2 paghi una tassa, l’Europa è avanti in questo. La carbon tax è sacrosanta ma sia sacrosanto anche che tutti i Paesi ricchi la paghino, altrimenti l’Italia muore di questo perchè non abbiamo energia e paghiamo una tassa”.
Il vice presidente della Camera, Fabio Rampelli, ha chiamato in causa gli effetti del “turboglobalismo, nato con il devastante ingresso della Cina nel Wto”, affermando anche: “La delirante decrescita felice di Beppe Grillo fa il paio con un’ideologia uguale e contraria, ed altrettanto pericolosa, quella della ‘crescita infinita’, di chi pensa che grazie alla tecnologia i modelli di consumo saranno moltiplicabili all’infinito. A differenza del ministro, io questo non lo credo, anzi, penso che serva un punto d’equilibrio e piuttosto che moltiplicare i consumi serva pensare a una visione, a una prospettiva da lasciare ai nostri nipoti”.