C’È CHI DICE NO! STOP ALLE AUTO ENDOTERMICHE, L’ITALIA ROMPE IL VELO SULLE IPOCRISIE GREEN DELL’EUROPA
Il colpo di scena è arrivato direttamente dal cuore dell’Europa. Il piano della Ue per l’addio ai motori endotermici, cioè lo stop a produzioni e vendite dei veicoli a benzina e Diesel e via libera solo alle auto elettriche dal 2035, ha subìto una dura battuta d’arresto. Dopo il rinvio della discussione sul tema da parte dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Unione Europea, il 7 marzo, nuova data fissata per il dibattito, ha visto un ulteriore slittamento. Uno dei pilastri del piano green di Bruxelles, il blocco alle auto endotermiche appunto, si è scontrato con le opposizioni di Italia e Polonia, l’astensione della Bulgaria, e le titubanze della Germania. E così la presidenza di turno svedese della UE ha dovuto posticipare la questione a data da destinarsi. Fondamentale la posizione ferma e decisa del governo italiano, che sulla questione ha posto concreti punti interrogativi che ora serpeggiano in molti dei 27 partner.
“L’Italia sta facendo in pieno il ruolo che le spetta in Europa – afferma l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento UE e responsabile ambiente ed Energia del partito – La posizione assunta dal nostro Governo contro il divieto di motori a combustione interna per auto e furgoni dal 2035, porta un po’ di sano realismo dove fino ad oggi ha comandato il radicalismo ideologico delle sinistre rosse, verdi e gialle. Una posizione di concretezza per agevolare quei processi tecnologici che consentirebbero alle auto con motori endotermici di funzionare con biocarburanti, senza alcun impatto sull’emissione di CO2. Un passo verso quella neutralità tecnologica che può egualmente portare al prioritario obiettivo di abbattere le emissioni, senza al contempo diventare totalmente dipendenti dall’elettrico e dai paesi monopolisti delle materie prime per la produzione di batterie e componenti elettrici”.
Procaccini è andato poi oltre, spiegano in sintesi le ragioni di fondo della posizione italiana.
“Abbiamo aperto gli occhi all’Europa sulle pesanti conseguenze dello stop definitivo alle auto a motore endotermico entro il 2035. Il rinvio della decisione è frutto della ferma opposizione del governo italiano e del lavoro fatto in questi mesi dal gruppo dei Conservatori al Parlamento europeo. Il tema – ha detto anche Procaccini – è arrivare a consentire nel 2035 l’immissione sul mercato non soltanto di auto elettriche ma anche a motore a combustione con biocarburanti, idrogeno e altri carburanti ecologici e a basse emissioni su cui soprattutto in Europa si sta lavorando. La scelta dell’elettrico non può essere dettata da elementi ideologici, per assecondare un ambientalismo che non tiene conto della realtà. Cioè degli alti costi delle infrastrutture elettriche, dello smaltimento delle batterie e di come verrà prodotta l’energia elettrica necessaria. Circostanze che possono rendere un’auto elettrica più inquinante in termini di CO2 di un mezzo a combustione interna di ultima generazione. Aprire il mercato solo alle auto elettriche è una scelta produttiva che avvantaggia il monopolio della Cina sulle materie prime e vedrebbe smantellata la filiera industriale italiana soprattutto per la componentistica”.
La battaglia sempre essere solo all’inizio, ma il “no” italiano ha avuto il grande merito di squarciare il velo di ipocrisia e di fanatismo ambientalista che domina da anni le scelte della UE e rischia di far compiere al vecchio continente errori strategici fondamentali.