Top
Emergenza gas finita, stop alle centrali a olio combustibile - Terra dei Figli Blog
fade
4874
post-template-default,single,single-post,postid-4874,single-format-standard,eltd-core-1.2.1,flow child-child-ver-1.0.1,flow-ver-1.6.3,,eltd-smooth-page-transitions,ajax,eltd-blog-installed,page-template-blog-standard,eltd-header-type2,eltd-sticky-header-on-scroll-up,eltd-default-mobile-header,eltd-sticky-up-mobile-header,eltd-dropdown-default,eltd-header-style-on-scroll

Emergenza gas finita, stop alle centrali a olio combustibile

Emergenza gas finita, stop alle centrali a olio combustibile

L’Italia ferma le centrali a olio combustibile mentre porta al minimo l’attività di quelle a carbone, al fine di garantire comunque la sicurezza energetica nazionale. È quanto annunciato nei giorni direttamente dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin che, come confermato dall’agenzia Ansa, ha chiesto a Terna di fermare la produzione di energia elettrica da olio combustibile e dalla centrale a carbone di Monfalcone, e di ridurre al minimo la produzione di energia dalle altre centrali a carbone, mantenendo invariata quella da bioliquidi sostenibili e da biomasse solide.

In sostanza, le politiche di diversificazione messe in atto dal Governo nei mesi scorsi, per far fronte alla grave crisi energetica scaturita soprattutto dall’aggressione all’Ucraina da parte della Russia, ha consentito all’Italia di raggiungere in anticipo l’obiettivo di risparmiare 700 milioni di metri cubi di gas entro il 30 settembre del 2023. A determinare questa nuova situazione, le azioni che hanno portato gli stoccaggi ad essere riempiti all’82% già a fine giugno e la maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili. La decisione, quindi, è stata presa perché è cessata l’emergenza sulle forniture di gas, che aveva portato all’utilizzo di olio combustibile e all’aumento dell’uso del carbone per la produzione elettrica.

Il Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del sistema del gas naturale ha anche rilevato una contrazione della domanda elettrica e un incremento della produzione idroelettrica. Dati confortanti, quindi, anche in materia ambientale.   

La Redazione