L’agricoltura biodinamica resta “fuorilegge”
Se non altro l’ennesima, improvvisa polemica passata per le aule parlamentari ha avuto il merito di far conoscere meglio, e anche di fare chiarezza, il settore dell’agricoltura biodinamica.
Il punto di caduta è noto e riguarda l’approvazione da parte del Parlamento italiano della legge per la tutela, lo sviluppo e la competitività dell’agricoltura biologica, in linea con le direttive dell’Unione Europea. Ma l’aspetto che ha avvelenato il dibattito attorno a tale legge è stato, appunto, il riferimento all’agricoltura biodinamica, che alla fine è stata esclusa dal testo finale perché ritenuta priva di qualunque base scientifica. Per arrivare a questo risultato ci sono voluti interventi ben più che autorevoli, considerato che si è mosso il mondo accademico e lo stesso Presidente Mattarella, da cui sono arrivate critiche alla tutela di legge per le pratiche basate sulla dottrina steineriana. E così, dopo una lunga battaglia, i sostenitori del cornoletame hanno dovuto cedere.
LA CONTESA SULLA BIODINAMICA
Secondo i dati riportati da “Il Sole24Ore”, che cita l’Osservatorio Sana di Nomisma, le aziende che in Italia applicano il metodo biodinamico in Italia sono 4.500, pari a circa il 6% delle 70mila imprese che operano nell’agricoltura biologica.
Corni di vacca riempiti di letame, vesciche di cervi o carcasse di ratti applicati ai terreni in base alle fasi della luna con l’obiettivo di renderli fertili. Teorie di Steiner per un’agricoltura in armonia con la natura, secondo alcuni. Stregoneria senza basi scientifiche, secondo altri. Ma il Parlamento ha preso la sua posizione, togliendo ufficialmente il tema controverso dalla legge sull’agricoltura bio.
Considerato che in Italia la galassia bio conta circa 70mila imprese, stiamo parlando di una fetta che a malapena supera il 6% del totale. Più complicato è capire quale sia il fatturato aggregato del segmento della biodinamica. Nel Bioreport gli unici dati economici sono riferiti al solo campione di 419 imprese che, a far data al 2018, facevano capo a Demeter. Di che cosa stiamo parlando? Dell’associazione privata di imprese, con casa madre in Germania, che nel 1930 ha registrato come marchio nel mondo la dicitura “biodinamico”, ed è quindi l’unica che può concedere a un produttore di fregiarsi di questo titolo, naturalmente dietro pagamento dei diritti.
Di queste 419 imprese certificate si sa che hanno un’estensione complessiva di 9.685 ettari, e che il fatturato medio ad ettaro è di 13.309 euro. La cifra è decisamente superiore alla media di 2.441 euro all’ettaro delle aziende biologiche, ma buona parte del motivo sta nel fatto che la maggior parte delle imprese biodinamiche fa vino, un’attività in cui la resa è tra le più elevate di tutta l’agricoltura.
Facendo un rapido calcolo, il giro d’affari annuo di queste 419 imprese è dunque di 129 milioni di euro. Come proiettare proporzionalmente questo dato sulle altre 4mila aziende biodinamiche esistenti in Italia è esercizio impossibile. Coldiretti, però, ci viene incontro: secondo le sue stime, il giro d’affari del biodinamico in Italia potrebbe essere attorno ai 200 milioni di euro. E torniamo così a una fetta, all’interno del mondo bio, intorno al 5 per cento.
Gli organismi di rappresentanza
A livello istituzionale, gli agricoltori biodinamici si dividono tra le principali associazioni agricole nazionali. Sotto il cappello di FederBio, la federazione che riunisce le principali sigle dell’agricoltura biologica in Italia, ci sono poi tre associazioni ad hoc: l’Associazione per l’agricoltura biodinamica, la Federazione Trentina Biologico e Biodinamico, e Demeter, appunto. Contro quest’ultima il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, in questi giorni tra i più accesi detrattori dell’agricoltura biodinamica, non ha avuto parole tenere: «Il marchio “Biodinamica” è di proprietà di una società multinazionale con fine di lucro, la Demeter Int., che con il riconoscimento legislativo avrebbe acquisito un vantaggio competitivo rilevante rispetto ai tanti agricoltori che con serietà, onestà e sacrificio si sforzano di rispettare i disciplinari dell’agricoltura biologica».
Parisi si dice favorevole all’agricoltura biologica, «ma la Biodinamica è altra cosa. Riconoscendola, il Parlamento avrebbe affermato la validità di metodi previsti da Steiner come l’uso di letame maturato nelle corna di vacca, oppure di fiori di Achillea sepolti per mesi nella vescica di cervo maschio. Teorie pseudo scientifiche».
I detrattori del biodinamico
Storica oppositrice dell’agricoltura biodinamica è la senatrice a vita Elena Cattaneo, la scienziata che per prima in Italia aveva smascherato il metodo Stamina. «Una pratica agricola fondata su rituali esoterici e astrologici – la definisce da sempre la senatrice a vita – se questo disegno di legge fosse stato approvato senza modifiche, l’Italia sarebbe stata il primo tra i maggiori Paesi europei a promuovere il pensiero magico in una legge dello Stato».
A Parisi e Cattaneo si erano aggiunti in questi giorni gli appelli dell’Accademia dei Lincei, di quella dei Georgofili e una petizione firmata da 35mila tra ricercatori e cittadini. A chiedere di non procedere all’equiparazione tra biologico e biodinamico, però, è stata anche una parte degli stessi agricoltori: «Sul Dld biologico dobbiamo andare avanti – ha detto il presidente di Cia-Agricoltori italiani, Dino Scanavino – ma non possono, tuttavia, essere ignorate le forti perplessità in merito all’equiparazione dell’agricoltura biodinamica al metodo biologico ribadite di recente in una lectio magistralis dal premio Nobel, Giorgio Parisi, cui ha fatto eco il pronunciamento del presidente Mattarella, che ha reso espliciti i suoi dubbi su alcuni passaggi del provvedimento».
Già, il presidente Mattarella: lo scorso novembre, presenziando all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza di Roma, rifacendosi a quanto detto poco prima dal premio Nobel Parisi ha detto: «Vorrei rassicurarla sulla agricoltura biodinamica di cui ha parlato. È una questione che sta nel Parlamento e io notoriamente non posso pronunziarmi. Ma posso ben dire che vi sarebbero, perché diventasse legge, alcuni altri passaggi, anche parlamentari anzitutto, che rendono lontana questa ipotesi».
CRITICHE DAL PREMIO NOBEL PARISI
Assurde e incostituzionali, il Parlamento fermi le norme sull’agricoltura biodinamica
Dalla fine della caccia alle streghe in poi, la magia non è mai più entrata nell’ordinamento giuridico. Evitiamo un passo indietro di secoli
06 Febbraio 2022
Martedì prossimo 8 febbraio alla Camera dei deputati verrà messa in votazione, dopo emendamenti, una legge sull’agricoltura biologica che contiene anche norme sulla agricoltura biodinamica che da privato cittadino trovo assurde, contrarie al senso comune e francamente incostituzionali.
Nel primo articolo troviamo scritto:
Il metodo di agricoltura biodinamica, che prevede l’uso di preparati biodinamici e specifici disciplinari, applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell’Unione europea in materia di agricoltura biologica, è equiparato al metodo di agricoltura biologica.
Apparentemente questa norma sembra essere del tutto superflua. Se un agricoltore rispetta il regolamento per l’agricoltura biologica, è evidente che produce automaticamente prodotti biologici, anche se segue i disciplinari della biodinamica, spruzzando sui campi infime quantità di preparati biodinamici tipici come il letame fatto maturare dentro corna di vacche (che hanno figliato almeno una volta) oppure fiori di Achillea che sono stati sepolti per vari mesi dentro la vescica di un cervo maschio. Ma se si va avanti nella legge, si scopre che le associazioni dell’agricoltura biodinamico, hanno una corsia preferenziale: la legge garantisce loro un rappresentante al Tavolo Tecnico che deve proporre e organizzare gli interventi a favore dell’agricoltura biologica. Le associazioni biodinamiche riceverebbero un trattamento di favore rispetto alle associazioni semplicemente biologiche.
Prima di domandarci però per quale motivo il legislatore voglia fare questo favoritismo, dobbiamo chiederci che cosa è l’agricoltura biodinamica? È una domanda importante, che non è solo mia, ma anche del comitato di legislazione della Camera, che nella seduta del 7 luglio 2021 ha ritenuto che si debba definire cosa intende il legislatore per agricoltura biodinamica. Infatti, non bisogna introdurre nelle leggi termini ambigui. Ma non appena si prova a definire l’agricoltura biodinamica, nascono i problemi seri di incostituzionalità. Vediamo varie possibili definizioni:
– Biodinamica è un marchio di fabbrica registrato della Demeter International: quindi si garantirebbe automaticamente alla Demeter International un posto al Tavolo Tecnico, violando palesamente il principio di equaglianza davanti alla legge.
– Possiamo seguire Wikipedia e definire l’agricoltura biodinamica come l’insieme di pratiche basate sulla visione spirituale del mondo elaborata dal teosofo ed esoterista Rudolf Steiner vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Anche qui, perché il pensiero di Steiner dovrebbe aver un posto garantito al Tavolo Tecnico? Perché un’organizzazione che volesse seppellire i fiori di Achillea in vesciche di cervo femmina dovrebbe essere discriminata rispetto a quella che le mette in vesciche di cervo maschio? È vero che le femmine di cervo hanno le corna molto più piccole dei maschi, ma è difficile pensare che la Corte Costituzionale possa accettare che le dimensioni delle corna del defunto proprietario della vescica dove vengono seppelliti i fiori siano un criterio valido per accedere ai Tavolo Tecnico che decide i finanziamenti.
Qualunque definizione usiamo di agricoltura biodinamica, dobbiamo necessariamente indicare, delle società, o delle persone, una linea di pensiero ben particolare e questo non è costituzionale.
Come siamo arrivati a questo punto? Il nostro Parlamento ha una passione per le teorie di Steiner? Forse apprezza la teoria steineriana che i vaccini sono dannosi, che i giovani vaccinati diventano sempre più simili ad automi, secondo l’obiettivo occulto dei governi, o la sua proposta di curare i tumori con il vischio? Sarebbe schizofrenico un Parlamento che da un lato approva l’obbligo vaccinale e che nello stesso tempo dà un ruolo inusitato al pensiero di chi era nemico giurato dei vaccini.
Come è possibile che regolamenti approvati dallo Stato italiano possano richiedere che si usino preparati in base a procedure che sanno tanto di magia? Forse magia non è la parola più adatta, ma non riesco a trovare una parola migliore per classificare questo testo di Steiner:
“La vacca ha le corna al fine di inviare dentro di sé le forze formative eterico-astrali, che, premendo verso l’interno, hanno lo scopo di penetrare direttamente nell’organo digestivo. Proprio attraverso la radiazione che proviene da corna e zoccoli, si sviluppa molto lavoro all’interno dell’organo digestivo stesso”.
Credo che ci sia stata una mancanza di approfondimento del Parlamento su questo tema. Qualcuno deve aver scambiato l’agricoltura biodinamica per un’agricoltura biologica rafforzata e non si è accorto che stava inserendo nella legislazione italiana riferimenti ai preparati biodinamici che si basano su una visione del mondo dominata forze eterico-astrali che si accumulano tramite corna degli animali.
Dalla fine della caccia alle streghe in poi, la magia non è mai più entrata nell’ordinamento giuridico: sono molto fiducioso che il Parlamento italiano non vorrà provare a fare questo passo indietro di qualche secolo.