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FORNITURE DI GAS, LE GRANDI PREOCCUPAZIONI DELLE AZIENDE ITALIANE - Terra dei Figli Blog
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FORNITURE DI GAS, LE GRANDI PREOCCUPAZIONI DELLE AZIENDE ITALIANE

FORNITURE DI GAS, LE GRANDI PREOCCUPAZIONI DELLE AZIENDE ITALIANE

La crisi energetica, in particolare le problematiche legate alla produzione di gas, continua a preoccupare il mondo produttivo italiano. Il difficile scenario che si è venuto a creare anche a seguito del conflitto in Ucraina e le relative conseguenze di carattere geopolitico, hanno indotto Confindustria a richiedere formalmente un’audizione al Comitato Tecnico di Emergenza e Monitoraggio del Sistema del Gas (CTEM) presso il MITE (Ministero della Transizione Ecologica), al fine di valutare attentamente tutte le possibili leve di riduzione della domanda e dei consumi di gas naturale. Ricordiamo, nel caso in cui dovessero scattare ulteriori meccanismi di interruzione della fornitura del gas al nostro Paese, i settori produttivi sarebbero i primi ad essere chiamati a ridurre i consumi con effetti rilevanti sulla crescita economica del Paese. La descrizione dei livelli di crisi, le azioni da intraprendere e i soggetti interessati sono previsti dal “Piano di Emergenza del Sistema Italiano del Gas Naturale” (aggiornato al 30 settembre 2020) il quale è conforme alle disposizioni dell’articolo 10 del Regolamento (UE) 2017/1938 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2017 concernente misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas.

Nell’analisi che segue presentiamo brevemente una sintesi del processo di sostituzione del gas proveniente dalla Russia in termini di quantitativi annuali.
Successivamente, presentiamo una prima stima dei profili di sicurezza per l’anno termico 2022/23: ricordiamo che il profilo di sicurezza del sistema di dispacciamento gas deve essere valutato con riferimento alla relazione tra domanda e offerta nel periodo di punta invernale.

Secondo l’analisi effettuata da Confindustria, “sostituire il gas russo” significherebbe sostituire non solo le importazioni dirette dalla Russia, ma anche quelle indirette che arrivano dal Nord Europa. È stato calcolato che nell’eventualità in cui questo avvenisse, andrebbero sostituiti circa 31,231 miliardi di m3/anno (41% dell’import totale) di gas naturale. Secondo i dati disponibili, l’Italia potrà essere in grado di sostituire il gas importato (direttamente ed indirettamente) dalla Russia entro il 2025, colmando il gap di sicurezza e riuscendo anche ad aumentare la quantità di gas naturale disponibile: circa 8,296 miliardi di m3/anno in più. In ogni caso, la linea di Intervento per la Sostituzione del Gas Importato dalla Russia è un piano a lungo termine che, come sopra citato, sarà realizzato non prima del 2024/2025.
Secondo i risultati di un lavoro di valutazione condotto da Confindustria sul rischio sicurezza per il prossimo inverno 2022/23, che considera nel periodo 16 gennaio – 15 febbraio 2023 la possibile relazione Domanda / Offerta di Gas come media giornaliera del periodo.

L’analisi è stata condotta sulla base dei dati storici relativi al consumo totale annuo del 2020. Su un consumo totale di circa 68 miliardi di m3 /anno, il picco della Domanda media di gas nel 2020 è stato di 8,6 miliardi m3 /mese (nel mese di gennaio) e 284,4 milioni di m3 /giorno. Nonostante a livello di consumo totale annuo sia stato il settore Termoelettrico a richiedere e consumare più gas nel 2020, la distribuzione evidenzia come sia stato, invece, il settore Civile quello con la Domanda di gas più elevata nel periodo di punta invernale, avendo richiesto e consumato mediamente 136 milioni di m3 /giorno, cioè quasi il 50% del totale.

In merito all’Offerta di gas, oltre al problema della sostituzione del gas russo, si aggiunge anche il problema dello Stoccaggio, in quanto, a causa dei problemi sopra citati l’Italia ha riempito fin ora i siti di stoccaggio per l’anno termico 2022/23 con un flusso di iniezione medio pari al 45,4% rispetto a quello del 2021 (si ricorda che lo stoccaggio avviene normalmente tra il 1° aprile e il 30 settembre, cioè nei mesi più caldi dell’anno, quando si consuma mediamente meno gas). Tramite confronto diretto delle giacenze di Working Gas (Riserva Attiva) nei siti di stoccaggio tra i mesi di aprile e maggio 2021 e 2022, mostra chiaramente come il riempimento dei siti di stoccaggio nell’anno corrente:

• sia iniziato con otto giorni di ritardo rispetto al 2021, portando ad una perdita di circa 104 milioni di m3 di gas;

• sia partito con un flusso di iniezione pari al 68,2% rispetto a quello del 2021, per poi diminuire al 28,5%, portando ad una perdita complessiva di 1,342 miliardi di m3 fino al 23 maggio.

Sulla base dei dati riferiti alla Domanda e all’Offerta di gas e considerando i problemi relativi all’Offerta sopra discussi (in rosso le entrate a rischio), è stata prefigurata una possibile proiezione sulla tenuta del Paese in merito al periodo di punta invernale per l’anno termico 2022/23 (16 gen – 15 feb 2023).

Nell’eventualità in cui si realizzasse il “Worse Case Scenario”, ossia:

• si manifestasse nel periodo considerato la medesima domanda di gas del 2020 (stimata in 284,4 milioni di m3 /giorno);

• il flusso di iniezione dei siti di stoccaggio continuasse ad essere mediamente dimezzato rispetto al 2021;

• si verificasse un’interruzione totale alle importazioni dirette ed indirette del gas russo (scenario “Emergenza”);

• continuasse a diminuire la produzione nazionale di gas; l’Italia potrebbe non essere in grado di soddisfare la Domanda di gas nel periodo considerato. In un simile scenario, l’Italia si ritroverebbe nel periodo considerato a far fronte ad una Domanda media di gas di 284,4 milioni di m3 /giorno con una disponibilità di circa 175,53 milioni di m3 /giorno, cioè con un gap di circa 130,47 milioni di m3 /giorno rispetto allo stesso periodo del 2022.

Vanno, tuttavia, considerati anche i seguenti elementi che potrebbero attenuare i profili emergenziali relativi all’Offerta di gas e portare, quindi, l’Italia in uno scenario in cui sia possibile soddisfare la domanda di gas nel periodo considerato:

1. Sospensione Esportazioni di gas: questa alternativa potrebbe far recuperare nel periodo di punta invernale più di 6 milioni di m3 /giorno di gas. Il gap di gas sopra citato si ridurrebbe a 124,14 milioni di m3/giorno.

2. Incremento Importazioni di gas dall’Algeria: L’incremento contrattuale delle forniture di gas dall’Algeria (misura al vaglio tra quelle per la sostituzione del gas russo) potrebbe portare ad un incremento di 3 miliardi di m3 /anno di gas, che si tradurrebbero in circa 15 milioni di m3 /giorno di gas in più nel periodo considerato. Il gap di gas si ridurrebbe a 109,14 milioni di m3 /giorno.

3. Miglioramento Profili di Utilizzo del Sistema dello Stoccaggio: Un miglioramento dei profili di utilizzo del Sistema dello Stoccaggio e una revisione della curva contrattuale di erogazione, in aggiunta ad altre misure, potrebbero portare al raggiungimento di un volume totale di Working Gas compreso tra 7 e 8 miliardi di m3, che si tradurrebbero a loro volta in una disponibilità nel periodo di punta invernale di circa 90 milioni di m3 /giorno di gas in più nel periodo considerato. Il gap di gas si ridurrebbe a 19,14 milioni di m3 /giorno.

4. Riduzione Temperatura Interna per il Settore Civile: L’ultima misura al vaglio per colmare il gap di gas funzionale al periodo considerato è quello di ridurre la temperatura massima ottenibile attraverso gli impianti di riscaldamento centralizzati collocati nelle abitazioni, negli uffici, negli esercizi commerciali… ecc. Statisticamente si può affermare che all’aumento/diminuzione di 1°C della temperatura per il settore civile corrisponde un consumo/risparmio di circa 10 milioni di m3 /giorno. Diminuire, quindi, la temperatura per il settore civile di 3°C porterebbe ad un risparmio di circa 30 milioni di m3 /giorno di gas in più nel periodo considerato.
L’utilizzo combinato di queste leve potrebbe consentire di affrontare lo shortage di gas con riferimento alla punta invernale del prossimo anno termico.

I dati esposti rappresentano il punto di partenza che Confindustria ha tenuto in considerazione nell’’audizione presso il Comitato sicurezza gas.

(Fonte: Confindustria) 

La Redazione