Top
Il Presidio degli Olivi secolari, un nuovo modo per difendere la qualità e l’eccellenza olearia italiana - Terra dei Figli Blog
fade
4796
post-template-default,single,single-post,postid-4796,single-format-standard,eltd-core-1.2.1,flow child-child-ver-1.0.1,flow-ver-1.6.3,,eltd-smooth-page-transitions,ajax,eltd-blog-installed,page-template-blog-standard,eltd-header-type2,eltd-sticky-header-on-scroll-up,eltd-default-mobile-header,eltd-sticky-up-mobile-header,eltd-dropdown-default,eltd-header-style-on-scroll

Il Presidio degli Olivi secolari, un nuovo modo per difendere la qualità e l’eccellenza olearia italiana

Il Presidio degli Olivi secolari, un nuovo modo per difendere la qualità e l’eccellenza olearia italiana

Proprio in questi giorni è stato presentato il Presidio degli Olivi secolari, il nuovo progetto di tutela dell’Olio Extravergine Italiano di Slow Food. Un nuovo nome per dare più valore a questo comparto dell’agricoltura fondamentale per l’Italia, la sua economia e il suo paesaggio, con il quale si vuole parlare di olivi secolari, di un censimento di piante che hanno dai 200 ai 1400 anni di età, probabilmente coltivate in tempi remoti dai monaci o addirittura dagli antichi Romani, e che sono divenuti simbolo di una ricchezza tutta italiana, irripetibile, che va oltre il mito.

L’obiettivo del Presidio è infatti quello di porre l’attenzione sull’altissimo valore che la coltivazione degli oliveti secolari possiede in termini ambientali, nutrizionali, salutistici, di paesaggio, di turismo e di cultura per l’Italia, ribadendo la necessità di mantenerla viva e farla conoscere al mondo.

È impossibile immaginare il paesaggio mediterraneo senza pensare all’olivo, che insieme al grano e alla vite rappresenta l’identità, lo spirito agricolo nazionale. Ma non solo! Anche la cultura, la letteratura, l’arte, ne sono intrisi fin nelle espressioni e nei significati più profondi, quelli del mito e della religione. Non c’è campo dell’operato umano che non sia stato influenzato dall’olivo. E soprattutto in Italia, dove gli olivi narrano addirittura la storia delle persone famose che li hanno accuditi o narrati nei loro libri o poesie, trovarsi in un oliveto secolare diviene un’esperienza multisensoriale, un fantastico viaggio nel tempo, in grado di sensibilizzare i turisti facendogli conoscere questo meraviglioso albero che nei millenni ha portato salute e benessere all’uomo.

Il Presidio degli Olivi secolari avrà il compito di esaltare l’olivicoltura basata su oliveti secolari di cultivar locali coltivati con tecniche produttive sostenibili, la loro biodiversità e l’aspetto paesaggistico e culturale. Permetterà di raccontare meglio cosa c’è dietro alle produzioni eccellenti che nascono da questi luoghi, gli sforzi e i costi a cui deve far fronte chi sceglie di prendersi cura degli alberi centenari del proprio territorio. È la diversificazione la protagonista dei sistemi e dei paesaggi olivicoli del nostro Paese.

Tuttavia, per ragioni storiche ed ecologiche è comunque difficile definire un modello olivicolo italiano.

L’Italia è infatti il Paese con la maggiore diversità olivicola del mondo. Il merito di questa fantastica diffusione va all’instancabile opera di generazioni e generazioni di contadini che hanno saputo acclimatare l’olivo in quasi tutto il territorio nazionale, creando paesaggi meravigliosi e centinaia di varietà che garantiscono frutti con proprietà organolettiche uniche. Ma questo mondo fantastico, fatto di complesse relazioni sociali e ambientali, vive un momento di grande sofferenza, per via della crisi climatica e l’affermazione di modelli olivicoli intensivi. Impianti fitti, irrigazione e meccanizzazione integrale della raccolta e della potatura hanno reso le olive italiane di eccellenza, frutto di oliveti secolari, non competitive, confinandole ai margini di un mercato in cui prevale l’offerta di grandi quantità di prodotto a basso prezzo e bassa qualità. Tale sistema pone, anche, il problema della conservazione del paesaggio storico.

Il progetto del Presidio degli Olivi secolari, a livello nazionale, pone ben in rilievo la complessità, la bellezza e l’importanza di salvaguardare questo patrimonio prezioso oltre che il lavoro degli olivicoltori aderenti al progetto, che si prendono cura di cultivar autoctone del territorio, gestendoli senza fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici. Inoltre, gli oliveti del Presidio seguono buone pratiche agronomiche per evitare l’erosione e gli smottamenti dei terreni nel caso di pendenze o situazioni paesaggistiche complesse.

Ma come fare per riconoscere quale olio appartenga al Presidio deli Olivi secolari?

Per valorizzare questo patrimonio e renderlo facilmente individuabile Slow Food aggiorna costantemente l’elenco delle aziende che fanno parte del Presidio. Gli oli prodotti possono riportare direttamente in etichetta il logo del Presidio: per andare incontro alle esigenze del consumatore e far conoscere meglio la storia del produttore, su ogni confezione, in forma cartacea legata al collo della bottiglia, oppure su un qr-code in etichetta, ci sarà un ampio racconto dell’azienda, degli olivi, del luogo e delle tecniche di produzione.

La Redazione