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LA TUTELA DELL’AMBIENTE SI FA SPAZIO IN COSTITUZIONE MA NON MANCANO DUBBI E POLEMICHE - Terra dei Figli Blog
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LA TUTELA DELL’AMBIENTE SI FA SPAZIO IN COSTITUZIONE MA NON MANCANO DUBBI E POLEMICHE

LA TUTELA DELL’AMBIENTE SI FA SPAZIO IN COSTITUZIONE MA NON MANCANO DUBBI E POLEMICHE

Sono passate quasi sotto silenzio, in una sordina che sa molto di sospetto e di qualche sgradita sorpresa dietro l’angolo. Le due recenti modifiche alla Costituzione approvate dal Parlamento e che dovrebbero rendere più “green” la nostra Carta fondamentale e soprattutto il nostro futuro, hanno goduto della quasi indifferenza mediatica, con l’attenzione concentrata in gran parte sugli effetti della pandemia e sul caro bollette, prima ancora che i venti di guerra scatenati dalla brama zarista di Putin spazzassero via ogni argomentazione dalla testa della classifica dei temi caldi. Vale la pena, però, ficcare un po’ il naso nel merito di una questione, quella della piega sostenibile assunta dalla Costituzione, che pure annuncia di riservare qualche motivo di dubbio e forte polemica.                               

COME È CAMBIATA LA COSTITUZIONE

Lo scorso 8 febbraio la Camera ha definitivamente approvato il disegno di legge di riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia ambientale, per la quale non sarà necessario ricorrere al referendum confermativo perché la legge è stata approvata con doppia deliberazione e con la maggioranza dei due terzi dei componenti delle Camere, secondo quanto previsto dall’art. 138 ultimo comma della Costituzione.

È in tal modo che è stata introdotta tra i principi fondamentali della nostra Costituzione la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.

Il nuovo testo dell’art. 9 della Costituzione, modificato (parti in grassetto) a seguito della riforma costituzionale con l’introduzione di un nuovo comma, è il seguente:

«La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».

Il nuovo testo dell’articolo 41, anch’esso modificato (integrazioni in grassetto), è così formulato:

«L’iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali».

Con tali modifiche, la Costituzione contempla ufficialmente la tutela  dell’ambiente e della biodiversità tra i suoi principi, riconoscendovi un valore necessario e strategico per lo sviluppo del Paese. Fondamentale è anche il contenuto del nuovo articolo 41, poiché viene sancito che l’iniziativa economica non può e non deve avvenire a discapito della natura. Ma è soprattutto tale aspetto che ha generato polemiche (e forse anche qualche pentimento in chi ha votato il cambiamento dei due articoli della Costituzione). Se è vero, infatti, che la tutela dell’ambiente deve essere certamente un principio e un valore che deve appartenere a una nazione e ai suoi cittadini, è altrettanto vero che questa tutela e le sue applicazioni pratiche devono avvenire con le dovute modalità, senza  cioè ricorrere ad un fanatismo ideologizzato che rischia di provocare danni seri.                  

IL PERCHÈ DELLE POLEMICHE

Forse per il suo potenziale impatto dirompente, la modifica della Costituzione è passata quasi sotto silenzio. Le conseguenze sull’aspetto economico, ad esempio, possono essere devastanti perché la riforma aprirebbe la strada ad una indiscriminata chiusura o penalizzazione di attività economiche e commerciali per (vere o presunte) motivazioni ambientali e di salute. E così, è apparso anomalo e sospetto il fatto che una tale riforma non abbia visto un adeguato dibattito pubblico e di informazione, sempre presenti, invece, in casi di precedenti revisioni costituzionali, peraltro su un tema così divisivo e importante come l’ambiente.   

Come ha scritto Francesco Giubilei, “da un punto di vista teorico siamo di fronte a un importante risultato a favore della tutela ambientale e a un riconoscimento della sua centralità nell’azione non solo politica ma anche sociale dello Stato, ma il rischio che dietro a questa scelta si nascondono delle insidie è tutt’altro che remoto. È sotto gli occhi di tutti l’ideologizzazione che la battaglia ambientale ha subito negli ultimi anni con ricadute politiche e socio-economiche di cui la crisi energetica che sta investendo l’Europa e l’Italia, è solo l’ultimo esempio”. Lo stesso Giubilei va ancora più sul concreto quando afferma che inserire la tutela ambientale in Costituzione “può diventare un modo per portare avanti secondi fini e interessi tutt’altro che nobili. Un esempio su tutti sono i detrattori del nucleare che potrebbero appellarsi alla Costituzione sostenendo il pericolo delle centrali nucleari per l’ambiente nonostante sia dimostrata la sicurezza degli impianti di ultima generazione e il loro basso impatto ambientale. Lo stesso potrebbe avvenire nei confronti di qualsivoglia grande opera o infrastruttura necessaria allo sviluppo della nazione e la cui realizzazione potrebbe essere impugnata in nome di un ipotetico «danno ambientale».

La svolta green della Costituzione annuncia presto di arrivare al centro del dibattito e delle polemiche pubbliche.  

Fabio Benvenuti