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Energia dai rifiuti, quelli non riciclabili diventano combustibili per l’industria - Terra dei Figli Blog
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Energia dai rifiuti, quelli non riciclabili diventano combustibili per l’industria

Energia dai rifiuti, quelli non riciclabili diventano combustibili per l’industria

I rifiuti che diventano combustibile fino a fornire “un contributo all’indipendenza energetica del Paese”. È quanto sostiene Federbeton Confindustria, la federazione di settore delle associazioni della filiera del cemento, del calcestruzzo, dei materiali di base, dei manufatti, componenti e strutture per le costruzioni. Secondo l’ente datoriale, la spinta può arrivare, in particolare, dai rifiuti non riciclabili da cui, se debitamente trattati, è possibile ricavare i Combustibili Solidi Secondari (Css), utilizzabili nelle cementerie italiane in parziale sostituzione dei combustibili di origine petrolifera. Un processo in grado di garantire minori emissioni complessive e un contributo alla gestione dei rifiuti, specie i non riciclabili, il cosiddetto ‘secco’, ma anche tessuti, carta e cartoni o altro non riciclabile. Tutti materiale che, secondo Federbeton, possono rappresentare una risorsa preziosa, un tassello importante nella strada per l’indipendenza energetica del Paese.

QUALI RIFIUTI DIVENTANO UTILI 

Nel dettaglio, i rifiuti di cui si parla sono disponibili in abbondanza tanto da doverli esportare, bruciare negli inceneritori o inviare in discarica. Per esempio, i rifiuti inviati all’estero, con ulteriori costi da parte dei cittadini, possono essere impiegati in modo sicuro e controllato per produrre energia per l’industria. In base a quanto previsto da Federbeton, l’utilizzo di Css anche in Italia permetterebbe non solo di ridurre le emissioni generate da discariche e inceneritori, ma anche di abbattere drasticamente i costi, ambientali e economici, legati all’importazione dei combustibili di origine petrolifera.
“In un momento in cui prende piede l’idea di un ritorno al carbone – ha dichiarato all’Ansa Roberto Callieri, presidente di Federbeton – i Css costituiscono una soluzione valida in termini di sostenibilità (economica e ambientale), già ampiamente utilizzata in tutta Europa e pronta a essere implementata anche in Italia in cicli produttivi come quello del cemento: mentre i paesi europei più avanzati arrivano infatti a oltre il 60%, a volte anche all’80%, in Italia la sostituzione dei prodotti petroliferi tramite Css è limitata a circa il 21%. Secondo la stima elaborata dal Laboratorio Ref Ricerche, un tasso di sostituzione del 66% in Italia porterebbe al taglio di 6,8 milioni di tonnellate di CO2 emesse in atmosfera, anche grazie al mancato conferimento in discarica che verrebbe sostituito dalla valorizzazione energetica in cementeria”.

La Redazione